and you grow up and you calm down
you're working for the clampdown
you start wearing the blue and brown
you're working for the clampdown
Death or glory (or just another story)
Ora – complice il Natale – ci diranno che era il loro mito, Joe Strummer, che gli devono tutto, e non potranno mai più scordarselo; eppure l'amaro in bocca resta. Perché se l'erano già dimenticato, Joe Strummer.
Difficilmente andavano a vederlo suonare – e non c'è da biasimarli, è triste vedere un signore sui cinquanta quasi trasformato in cover band di sé stesso. Forse l'ultima volta che è passato in Italia faceva da spalla agli Offspring, bersaglio di lattine e bottiglie di plastica. Nessuno si era presa la briga di spiegare ai ragazzini delle prime file che quel signore aveva inventato tutto, era stato il primo a mescolare punk e ska e mille altre cose, e che l'universo musicale in cui abitano è tutto contenuto in un paio di enormi album usciti tra 79 e 80.
Ora diranno che i Clash sono stati il più grande gruppo punk, come risulta da questo o quel sondaggio; e sia: ma non è vero. I Clash sono il più grande secondo gruppo di sempre.
Quando il punk era uno sputo, una rissa, la grande truffa del rock'n'roll, i Clash suonavano da spalla ai Sex Pistols. Quando cominciò a essere qualcosa di diverso, l'ultima moda del momento, (e i ragazzi si pettinavano all'irochese e le ragazze vestivano calze smagliate) i Clash suonavano da spalla a Siouxsie and the Banshees.
Quando sbarcò negli USA ed era soltanto il caro vecchio rock and roll, blue jeans e una maglietta, i Clash erano i migliori, dietro ai Ramones. Quando si trattò di proclami politici in giacche di pelle, i Clash vendettero più di tutti, a parte i Jam; quando fu rock e reggae, mescolati assieme, arrivarono un pelo dietro ai Police.
Finché non fu il loro momento, i sondaggi e le classifiche decretarono loro il primo posto, tanto che ebbero l'onore… di aprire un concerto degli Who.
Infine, quando chiesi a un mio compagno di duplicarmi London Calling, lui mi disse: "vai tranquillo. Sono la più grande rock band del mondo, dopo i Rolling Stones".
E quando l'ascoltai mi resi conto che aveva ragione. Era il più grande gruppo rock di tutti i tempi. Magari dopo i Beatles.
Proprio loro, che urlavano: "Phoney beatlemania has bitten the dust!", coi baronetti avevano in comune molte cose. Come i Beatles venivano dai bassifondi (tranne Strummer, figlio di un diplomatico), ma non avevano voglia di rimanerci; come i Beatles spararono tutte le loro cartucce in un lasso incredibilmente breve di tempo (sei o sette anni), come i Beatles erano appassionati di musica ma per niente virtuosi dei loro strumenti, come i Beatles erano nati per suonare brevi pezzi rock, ma si stancarono presto, come i Beatles a un certo punto tornarono bambini e trasformarono il loro studio di registrazione in una sala giochi, dove montare assieme le cose più disparate: e se il pubblico non avrebbe capito, pazienza. Sandinista! è il loro disco bianco, un caos scintillante e interminabile.
Come i Beatles, erano il frutto di un miracoloso sodalizio tra due individui che non erano nati per andare d'accordo: là Lennon e McCartney, qui Mick Jones e Joe Strummer. Come Lennon e McCartney, anche Jones e Strummer erano portati a sottovalutare il loro rapporto, credendo di poter fare di meglio da soli. E come Lennon e McCartney, una volta commesso il fatale errore di lasciarsi, non furono più capaci di fare nulla di tanto importante.
Per di più, nei Clash Strummer non gioca il ruolo principale. Era il frontman, d'accordo, ma quando avete sentito che è morto, a che canzone avete pensato? Should I stay or should I go? Lost in the supermarket? Le canta tutte Jones, che ha una voce più pulita, una chitarra più sicura e – forse – le idee migliori. È buffo, no? A un certo punto Strummer cacciò Jones dal gruppo per motivi politici, salvo colare a picco al disco successivo, e riemergere come seconda voce nel… gruppo di Jones. Fece anche altre cose curiose, come scrivere la colonna sonora di un film sui Sex Pistols. E a un certo punto rischiò persino di diventare il secondo cantante dei Pogues. Eterno secondo, in un mondo in cui di solito il primo prende tutto. E i Beatles li conosce e li canta anche la nonna, mentre i Clash, fuori dalla Gran Bretagna, sono un argomento per appassionati.
'n' every gimmick hungry yob
digging gold from rock 'n' roll
grabs the mike to tell us he'll die before he's sold
but i believe in this - and it's been tested by research
that he who fucks nun will later join the church
Death or glory - it's just another story
Ora vi diranno che Strummer era il più puro, il più politicamente coerente, ed è per questo che non ha mai voluto riunire i Clash. Ma probabilmente nessuno aveva ancora offerto abbastanza. E in fondo, che male ci sarebbe stato? Non si vive di sola leggenda, e non si può sempre aspettare il giorno dopo la morte per leggere attributi di stima. Basta non esagerare, non ripetere la resurrezione ogni tre o quattro anni (come gli Stones), non truffare (come i Pink Floyd senza Waters): magari avremmo storto il naso, ma intanto i ragazzini si sarebbero chiesti: chi sono questi Clash di cui tutti parlano? E' vero che senza di loro non ci sarebbero stati né U2 né Rage Against the Machine, e Manu Chao sarebbe solo il figlio di un professore a spasso per il mondo?
E forse io a quel concerto ci sarei andato. Perché con i Clash sento di avere un conto in sospeso: li conosco bene, eppure mi pare di non averli mai veramente ascoltati. Mi manca forse un fratello maggiore che mi spieghi i loro testi, (che sono fantastici: Strummer è il secondo poeta rock di sempre, il primo mettetelo voi), che mi racconti questo o quell'aneddoto. Mi manca un deejay che a capodanno metta su Revolution rock
careful how you move, mac, you dig me in me back
an' i'm so pilled up that i rattle
i have got the sharpeest knife, so i cut the biggest slice
but i have no time to do battle
everybody smash up your seats
and rock to this brand new beat!
No, neanche questa l'ha scritta lui, ma senti come la canta. Ho letto da qualche parte che metà delle canzoni di London Calling sembrano cantate con un ghigno sulla faccia. E' vero, ma proprio quel ghigno faceva sembrare i Quattro Cavalieri invincibili. Le canzoni di protesta erano già canzoni di vittoria. Gli Ottanta iniziavano così, tutti in piedi e fate a pezzi le sedie: è la Rivoluzione che arriva ridacchiando.
Era un suono che faceva sensazione, che rovesciava la Nazione, che non si è più sentito così forte e chiaro. Eppure -- non importa quante volte la riascolto -- mi sembra sempre la registrazione di una festa a cui non c'ero, e che nessuno ha più tempo o voglia di raccontarmi. Dal che ne deduco che è finita male, molto male, e mi dispiace.
Tell your ma-ma-ma-ma
Tell your pa-pa-pa-pa
Ev'rything's gonna be all right
can't you feel it? don't ignore it!
gonna be all ri i i ght
you're working for the clampdown
you start wearing the blue and brown
you're working for the clampdown
Death or glory (or just another story)
Ora – complice il Natale – ci diranno che era il loro mito, Joe Strummer, che gli devono tutto, e non potranno mai più scordarselo; eppure l'amaro in bocca resta. Perché se l'erano già dimenticato, Joe Strummer.
Difficilmente andavano a vederlo suonare – e non c'è da biasimarli, è triste vedere un signore sui cinquanta quasi trasformato in cover band di sé stesso. Forse l'ultima volta che è passato in Italia faceva da spalla agli Offspring, bersaglio di lattine e bottiglie di plastica. Nessuno si era presa la briga di spiegare ai ragazzini delle prime file che quel signore aveva inventato tutto, era stato il primo a mescolare punk e ska e mille altre cose, e che l'universo musicale in cui abitano è tutto contenuto in un paio di enormi album usciti tra 79 e 80.
Ora diranno che i Clash sono stati il più grande gruppo punk, come risulta da questo o quel sondaggio; e sia: ma non è vero. I Clash sono il più grande secondo gruppo di sempre.
Quando il punk era uno sputo, una rissa, la grande truffa del rock'n'roll, i Clash suonavano da spalla ai Sex Pistols. Quando cominciò a essere qualcosa di diverso, l'ultima moda del momento, (e i ragazzi si pettinavano all'irochese e le ragazze vestivano calze smagliate) i Clash suonavano da spalla a Siouxsie and the Banshees.
Quando sbarcò negli USA ed era soltanto il caro vecchio rock and roll, blue jeans e una maglietta, i Clash erano i migliori, dietro ai Ramones. Quando si trattò di proclami politici in giacche di pelle, i Clash vendettero più di tutti, a parte i Jam; quando fu rock e reggae, mescolati assieme, arrivarono un pelo dietro ai Police.
Finché non fu il loro momento, i sondaggi e le classifiche decretarono loro il primo posto, tanto che ebbero l'onore… di aprire un concerto degli Who.
Infine, quando chiesi a un mio compagno di duplicarmi London Calling, lui mi disse: "vai tranquillo. Sono la più grande rock band del mondo, dopo i Rolling Stones".
E quando l'ascoltai mi resi conto che aveva ragione. Era il più grande gruppo rock di tutti i tempi. Magari dopo i Beatles.
Proprio loro, che urlavano: "Phoney beatlemania has bitten the dust!", coi baronetti avevano in comune molte cose. Come i Beatles venivano dai bassifondi (tranne Strummer, figlio di un diplomatico), ma non avevano voglia di rimanerci; come i Beatles spararono tutte le loro cartucce in un lasso incredibilmente breve di tempo (sei o sette anni), come i Beatles erano appassionati di musica ma per niente virtuosi dei loro strumenti, come i Beatles erano nati per suonare brevi pezzi rock, ma si stancarono presto, come i Beatles a un certo punto tornarono bambini e trasformarono il loro studio di registrazione in una sala giochi, dove montare assieme le cose più disparate: e se il pubblico non avrebbe capito, pazienza. Sandinista! è il loro disco bianco, un caos scintillante e interminabile.
Come i Beatles, erano il frutto di un miracoloso sodalizio tra due individui che non erano nati per andare d'accordo: là Lennon e McCartney, qui Mick Jones e Joe Strummer. Come Lennon e McCartney, anche Jones e Strummer erano portati a sottovalutare il loro rapporto, credendo di poter fare di meglio da soli. E come Lennon e McCartney, una volta commesso il fatale errore di lasciarsi, non furono più capaci di fare nulla di tanto importante.
Per di più, nei Clash Strummer non gioca il ruolo principale. Era il frontman, d'accordo, ma quando avete sentito che è morto, a che canzone avete pensato? Should I stay or should I go? Lost in the supermarket? Le canta tutte Jones, che ha una voce più pulita, una chitarra più sicura e – forse – le idee migliori. È buffo, no? A un certo punto Strummer cacciò Jones dal gruppo per motivi politici, salvo colare a picco al disco successivo, e riemergere come seconda voce nel… gruppo di Jones. Fece anche altre cose curiose, come scrivere la colonna sonora di un film sui Sex Pistols. E a un certo punto rischiò persino di diventare il secondo cantante dei Pogues. Eterno secondo, in un mondo in cui di solito il primo prende tutto. E i Beatles li conosce e li canta anche la nonna, mentre i Clash, fuori dalla Gran Bretagna, sono un argomento per appassionati.
'n' every gimmick hungry yob
digging gold from rock 'n' roll
grabs the mike to tell us he'll die before he's sold
but i believe in this - and it's been tested by research
that he who fucks nun will later join the church
Death or glory - it's just another story
Ora vi diranno che Strummer era il più puro, il più politicamente coerente, ed è per questo che non ha mai voluto riunire i Clash. Ma probabilmente nessuno aveva ancora offerto abbastanza. E in fondo, che male ci sarebbe stato? Non si vive di sola leggenda, e non si può sempre aspettare il giorno dopo la morte per leggere attributi di stima. Basta non esagerare, non ripetere la resurrezione ogni tre o quattro anni (come gli Stones), non truffare (come i Pink Floyd senza Waters): magari avremmo storto il naso, ma intanto i ragazzini si sarebbero chiesti: chi sono questi Clash di cui tutti parlano? E' vero che senza di loro non ci sarebbero stati né U2 né Rage Against the Machine, e Manu Chao sarebbe solo il figlio di un professore a spasso per il mondo?
E forse io a quel concerto ci sarei andato. Perché con i Clash sento di avere un conto in sospeso: li conosco bene, eppure mi pare di non averli mai veramente ascoltati. Mi manca forse un fratello maggiore che mi spieghi i loro testi, (che sono fantastici: Strummer è il secondo poeta rock di sempre, il primo mettetelo voi), che mi racconti questo o quell'aneddoto. Mi manca un deejay che a capodanno metta su Revolution rock
careful how you move, mac, you dig me in me back
an' i'm so pilled up that i rattle
i have got the sharpeest knife, so i cut the biggest slice
but i have no time to do battle
everybody smash up your seats
and rock to this brand new beat!
No, neanche questa l'ha scritta lui, ma senti come la canta. Ho letto da qualche parte che metà delle canzoni di London Calling sembrano cantate con un ghigno sulla faccia. E' vero, ma proprio quel ghigno faceva sembrare i Quattro Cavalieri invincibili. Le canzoni di protesta erano già canzoni di vittoria. Gli Ottanta iniziavano così, tutti in piedi e fate a pezzi le sedie: è la Rivoluzione che arriva ridacchiando.
Era un suono che faceva sensazione, che rovesciava la Nazione, che non si è più sentito così forte e chiaro. Eppure -- non importa quante volte la riascolto -- mi sembra sempre la registrazione di una festa a cui non c'ero, e che nessuno ha più tempo o voglia di raccontarmi. Dal che ne deduco che è finita male, molto male, e mi dispiace.
Tell your ma-ma-ma-ma
Tell your pa-pa-pa-pa
Ev'rything's gonna be all right
can't you feel it? don't ignore it!
gonna be all ri i i ght
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