nastrone

Ieri sera La Laura e io siamo andati in radio e abbiamo iniziato il primo nastrone della nostra carriera di casuali dj.
Il nastrone è una cassetta mista da novanta minuti che a Radio Città 103 si mette su nei tempi morti, quando non ci sono programmi in diretta. Due nastroni accoppiati e suonati a ripetizione di solito vanno in onda la notte.
Era ora di cena e io avevo voglia di finire presto. A un certo punto, proprio mentre non ci trovavamo d'accordo su cosa mettere dopo i Violent Femmes, mi è scappato detto va bene, dai, andiamo: non è mica come fare una cassetta per una ragazza.
E La Laura ha risposto giustamente scandalizzata: ma cosa dici! È come fare una cassetta per tantissime ragazze tutte in una volta.
E io, dopo ormai un anno che abbiamo cominciato, ho pensato a chi ascolta la radio, e ci ho pensato come se fosse la prima volta, in maniera diversa da quando siamo lì il giovedì sera da soli e diciamo le nostre sciocchezze live, mezzi ubriachi, e a volte può capitare che ti chiedi se qualcuno starà mai a sentire quello che diciamo.
E poi, dopo i commoventi Komeit, La Laura ha pronunciato nel microfono la frase che, ogni tanto, tra un pezzo e l'altro di un nastrone bisogna ripetere, giusto per far capire su quale frequenza uno è capitato: "Stai ascoltando Radio Città 103", e a quel punto è partito di pacca il nuovo singolo di J. Mascis, Everybody lets me down.
E tutto suonava così radio, così rauco e uguale a come lo ascoltavo io dieci anni fa, quando Bologna sembrava appena caduta sulla terra.
Ancora mi emoziono per queste cose, e ci ripenso e mi piace, e certi giorni non mi spaventa sentire che il tempo non è passato dappertutto uguale.

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