Dopo la presentazione di 54, il nuovo romanzo di Wu Ming, ieri sera al TPO di Bologna, tornavo in bicicletta verso il centro, pedalavo Via Emilia Levante e tutta Via Massarenti, e c'erano questi gruppetti di ragazzi alle fermate dell'autobus, con gli zaini e le mezze bottiglie d'acqua, il treno per Roma era a mezzanotte e venti, come avevano annunciato dal palco Stefano Tassinari e gli scrittori senza nome, c'era un bel vento fresco, sembravano tutti davvero molto contenti, qualcuno piegava gli striscioni sul marciapiede, macchine piene della gente che si dirigeva verso il venerdì notte suonavano il clacson alle ragazze più carine. Rientrando a casa, ho sentito i miei vicini sulle scale discutere su come spartirsi i panini: "che poi tu ti perdi e io come faccio a mangiare?"
Come nota Leonardo, poteva venire in mente una "gita", e forse in questo c'è una parte di verità, forse pochi saprebbero spiegare cos'è l'articolo 18, ma non sono sicuro che sia così importante.
Mentre scrivo sto ascoltando il discorso di Cofferati su Radio Gap e confesso di non avere capito se ha presentato proposte alternative, forse non era il momento. Fassino (e sono stupito io per primo di scrivere qui questo nome) mi pare abbia fatto una dichiarazione ferma. Bertinotti a Radio Popolare sta dicendo che questa giornata è un'occasione "straordinaria" in cui si ricostruisce "la comunità dei lavoratori", perchè "è divenuto chiaro qual è la posta in gioco". Su Radio1 sento almeno cinque inviti al dialogo e alla moderazione diversi, provenienti da tutte le parti, e mi torna in mente quella scena di Ecce Bombo dove tutti si gridano "io ti do atto", "no! io ti do atto" ecc...
Per quanto mi riguarda, sono contento di aver dato il mio modesto contributo alla manifestazione riconsegnando ieri la bandiera di Attac Modena dimenticata a casa mia da Madame Defarge.
Ho corso per mezza Bologna appena uscito dal lavoro e poi ho accompagnato Giorgia (quella che ha disegnato la tessera di Attac Italia) alla stazione appena in tempo, con la bandiera rossa che sventolava giù per Via Indipendenza all'ora dell'aperitivo e lei carica con le borse, neanche dovessimo andare a Roma in due sulla bicicletta.
Oggi spero che quella bandiera si riempia per bene dell'aria di primavera che dev'esserci al Circo Massimo (si vede anche lo stendardo risorgimentale dei giovani repubblicani di Glauco?): un abbraccio, ragazzi.
[ fra parentesi, per chi è rimasto a casa, serata ricca: al Link ci sono gli LFO (cioè la metà più nota, Mark Bell, che ha lavorato anche come produttore di Bjork e Depeche Mode - ma per me il pezzo di sempre rimane ancora l'omonima LFO, ormai vecchia di una dozzina d'anni...); al Maffia ci sono i Royksopp per la loro prima data italiana, + ciliegina sulla torta il dj set del buon Peeddoo (quando tornerai in radio?); sempre a Reggio Emilia, al Teatro Municipale si tiene una serata di jazz decisamente fuori del comune con l'inedito duo Andy Sheppard - Rita Marcotulli e il sestetto di Don Byron (il quale, mi ha confidato Jonathan, adesso pare abbia preso una deriva cubana). La ricostituita redazione di Polaroid, invece, se ne andrà al Covo per il quinto Unhip 'cezzionale gathering organizzato da Giovanni e dalla sempre più sciabolata Unihip Records: in programma Emidio Clementi con un reading da La Notte del Pratello sonorizzato da Massimo Carozzi, e a seguire l'elettronica sentimentale dell berlinese Ulrich Schnauss in uno dei suoi rari live: come ha detto Wu Ming 2 ieri sera, il chill out ideale post manifestazione :-) ]
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