"Tutte queste strade strette conducono soltanto alla vergogna, e poi di nuovo indietro alla città": l'immagine della campagna dentro Essex Arms, il nuovo disco di Darren Hayman, è tutt'altro che bucolica e serena. Nel paesaggio sembra essere rimasto poco di "naturale", e chi lo attraversa non cerca né vede di certo il verde o i campi. Desideri cupi, solitudine, meschinità, binari morti, una ruggine di disperazione che opprime anche gli slanci d'amore.
Sul Flickr di Darren Hayman c'è un set di fotografie intitolato "The dirty countryside" (alcune poi finite anche nel booklet di questo album) che il cantautore britannico presenta così: "I like looking for images that upset the idyllic iconography we associate with the countryside. An abandoned car, an electric pylon you get the idea. The city bleeding through the greenbelt and beyond".
È questo dunque il filo conduttore del secondo capitolo della trilogia inaugurata con Pram Town. Dopo il racconto della maldestra utopia urbana del Novecento, Hayman passa a esaminare ciò che ci siamo lasciati alle spalle (ciò a cui abbiamo voltato le spalle), e nonostante non sia affatto un bello spettacolo riesce a leggerne l'impossibile poesia di scarto (Cocoa Butter), consapevole che non si aggiusterà nulla ma che almeno ci scalderà un po' (Winter Makes You Want Me More).
Se siete allergici all'etichetta "concept album" potete anche lasciarla da parte: Essex Arms è pieno di canzoni meravigliose che funzionano benissimo di per sé, la cui una scrittura ha raggiunto un livello di raffinatezza e organicità commoventi. Tra i molti musicisti coinvolti anche gli amici Wave Pictures, Harvey Williams degli Another Sunny Day, Amos Memon dei Fanfarlo e Emmy The Great, che mette la sua voce nella perfetta Calling Out Your Name Again.
(mp3): Darren Hayman & The Secondary Modern - Winter Makes You Want Me More
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