Un po’ come ritrovarsi per caso ad ascoltare una conversazione intima tra due amici di vecchia data, in quell’attimo scoperto tra l’inevitabile curiosità e l’imbarazzo di violare una certa dovuta riservatezza. Così è ascoltare le canzoni contenute in questo Correspondence, il disco composto, mese dopo mese, lungo tutto il 2018, da Jens Lekman e Annika Norlin, nota anche come Hello Saferide e Säkert. Dodici lettere in forma di canzoni, un botta e risposta (a volte proprio partendo da un verso o un’idea della traccia precedente) che i due cantautori si sono scambiati, in un curioso processo di scrittura privata e pubblica al tempo stesso.
Cara Annika, caro Jens, e noi nel mezzo: sarà il caso di intromettersi e postare qui anche solo due righe su un disco che questo tono? Certo Correspondence è stato “pubblicato”, eppure, come mai prima d’ora queste due voci che conosciamo da lungo tempo sembrano qui a nudo. In queste canzoni non si avverte quasi nessun filtro o mediazione. Sono tutti racconti nati in momenti precisi: Jens che si trasferisce nella piccola città di Tromsø e si domanda come farsi nuovi amici, e Annika che esce per andare in palestra; Jens che compra una crema per la pelle, e Annika che passa in treno la giornata dopo le elezioni; Jens che rivede con sconcerto un film da ragazzini come "La rivincita dei nerds", e Annika che parte per una camminata nei boschi.
Sembrano occasioni da nulla, eppure la vita è lì, e lì è anche la voce che la racconta. Con tutta la cura e la prudenza che ogni vita richiede. E con tutte le richieste di “qualcosa di più” che ogni vita porta con sé. “Each day I’m waiting eagerly / When I cross this corner, will there be a sign there just for me?” si domanda a un certo punto Annika. “There’s a dying light in the distance that beckons / As the clocks are rapidly running out of seconds”, le fa eco qualche mese dopo Jens, accomunando un sentimento di speranza con l’urgenza di riconoscere che dobbiamo fare qualcosa per migliorare il mondo in cui viviamo.
A mano a mano che la corrispondenza tra i due procede, proprio come in qualche conversazione in cui ci ritroviamo a parlare in maniera via via più profonda, aperta e sincera, Annika e Jens non hanno paura di toccare argomenti complessi, da “massimi sistemi”, anche partendo da piccoli incidenti quotidiani. Questa immediatezza è accentuata dalla regola che inizialmente i due cantautori si erano dati di usare un solo strumento per ogni canzone, lasciando il loro folk acustico più spoglio possibile intorno alle voci e al racconto. In realtà, nella versione finale dell’album qualche arrangiamento di archi hanno deciso di concederselo, e tutto suona ancora più toccante, ma l’idea generale resta quella di una musica che si fa quasi cristallina, trasparente fino a scomparire (vedi l’ultima missiva di Jens, On The Edge Of Time), per lasciare posto alle parole che devono arrivare a destinazione.
Forse Correspondence non contiene le canzoni più memorabili e riuscite della nutrita discografia dei due nostri cari svedesi, ma di certo alcune di quelle che richiedono un ascolto più attento, e capace di premiarti con qualcosa di poco comune, difficile da trovare anche in altri dischi che amiamo di più: queste sono canzoni che ci invitano a sedere insieme a loro, ad aprire una lettera destinata anche a te, a parlarne assieme.
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