Sporadica rubrica fatta con le vostre email e i miei sensi di colpa
Affacciamoci al weekend con un beat solare e rilassato (qualcosa tra Avalanches, Neon Indian e Washed Out) a firma Shormey, nome d'arte di Shormey Adumuah, dallo stato della Virginia, dove fa base anche la sua label Citrus City Records. Influenze disco Seventies e morbide, un tocco di "carefree vibes", come le definisce il comunicato stampa, per un bell'EP di "bedroom soul" intitolato Boogie Tape Vol. 1.
Della stessa etichetta, ho recuperato soltanto da poco tempo un disco pubblicato in realtà a gennaio, Heater, interessante debutto dei True Blossom, band di Atlanta che ha un evidente debito con le idee dei Fleetwood Mac e con un certo pop levigato Anni Ottanta, ma che riesce comunque a inventare una propria peculiare atmosfera grazie soprattutto alla voce di Sophie Cox e ad arrangiamenti eleganti ed azzeccati.
Da qualche mese è uscito anche Bed Sea Walks, l'esordio di A Red Idea, pubblicato dall'ottima etichetta indipendente veneziana Beautiful Losers. La mia curiosità viene stuzzicata nel momento in cui leggo, tra i riferimenti per questo progetto, anche il nome dei vecchi Midlake, forse oggi un po' dimenticati. E infatti quando queste ballate prendono il colore di certo indie rock dalle atmosfere intime si rivela una poesia austera. Del resto, il concept dell'album è "un’immaginaria passeggiata sul fondo dell’oceano". Apprezzo un po' meno altre divagazioni verso territori alla Radiohead, ma temo sia un problema soltanto mio. In ogni caso, mi piace l'intreccio molto misurato di chitarre e synth (gli arrangiamenti sono a cura di Andrea Liuzza), perfetto per la voce calma e calda di Alvise Forcellini.
See You When Fascism Is Whipped è il titolo abbastanza esaltante del secondo album solista di Girless: a quanto pare cita una frase attribuita a Woody Guthrie, e del resto Guthrie è anche l'ispirazione principale di questo lavoro. Otto tracce di folk dolcissimo (e che in un paio di episodi sanno sconfinare in un punk acustico, sanguigno e rabbioso) che in qualche modo raccontano qualcosa del nostro malmesso presente, proprio cercando di raccontare la vita quotidiana di una delle più grandi voci di outisider che la musica abbia mai avuto. Garantisce come sempre To Lose La Track.
Per la stessa label di Umbertide, in collaborazione con È un brutto posto dove vivere, Floppy Dischi e Ideal Crash, è uscito il nuovo album degli Action Dead Mouse, dal magnifico (come al solito) titolo Il contrario di annegare. Il giorno in cui è stato annunciato il disco, mi sono trovato taggato in un post su Facebook, tra ringraziamenti vari, ben più illustri e meritevoli. Quando ho chiesto come mai, Filippo Dionisi (chitarra e voce della band bolognese) mi ha semplicemente risposto che secondo lui in mezzo a queste canzoni c'è qualcosa che può piacere anche a me (che, diciamocelo, di hardcore-post-qualcosa non so evidentemente nulla). Quindi mi sono messo ad ascoltare abbastanza preoccupato: e se non avessi capito a cosa si riferiva Filippo? Se mi fosse sfuggito il dettaglio più importante? D'accordo, ci sono quelli che la bella e molto più competente recensione su Dotto chiama "i riff che fanno godere anche il fan democristiano dei Cloud Nothings". C'è un emo struggente ma tutt'altro che melenso che sa farsi anche epico (la parte entrale di Piombo o il crescendo di Parlare nel sonno), e ci sono momenti indie rock limpidi (l'attacco puro Sonic Youth di Rimini). Ma dopo qualche settimana in cuffia direi che c'è anche altro: c'è una forza che riesce a parlarti anche oltre gli urli (mi piace che questi ragazzi non smettano di fare musica urlata), a farsi intendere benissimo anche quando le parole vengono fagocitate dai muri di rumore. Qualcosa che assomiglia all'ostinazione nel seguire un "amore anfibio", mantenerlo in vita dentro e fuori da un'acqua buia, qualcosa che si dibatte tenace nel "goffo aggrapparsi" dentro un abbraccio. Ecco, se gli strepitosi testi degli Action Dead Mouse per uscire ed esplodere hanno bisogno di una forma che io posso ricondurre tipo a Fine Before You Came, o magari a GirlsVSBoys e At The Drive In, per citare un paio di nomi classici e più "formativi", bene allora così sia. Continuate a esplodere, a "battere sempre sullo stesso tasto", a cercare e cercare ancora il contrario di questo nostro affogare.
Conoscevamo già Marco Barzetti per i cupi ed evocativi Weird, con due ottimi album all'attivo, e ora si è lanciato in una nuova avventura solista, sotto il nome True Sleeper. Le sonorità sono quelle di uno shoegaze ancora più dissolto, ipnotico e rarefatto, a volte quasi ai limiti dello slow-core. Life Happened è il suo debutto, pubblicato dalla ammirevole Lady Sometimes Records: nove tracce maestose, che puntano a una circolarità di temi e suoni, e dentro le quali sembra non esserci mai fine alla profondità dei riverberi. Ascoltato in loop può creare dipendenza e far perdere la cognizione del tempo, come un sogno dentro il quale si sta sognando.
Affacciamoci al weekend con un beat solare e rilassato (qualcosa tra Avalanches, Neon Indian e Washed Out) a firma Shormey, nome d'arte di Shormey Adumuah, dallo stato della Virginia, dove fa base anche la sua label Citrus City Records. Influenze disco Seventies e morbide, un tocco di "carefree vibes", come le definisce il comunicato stampa, per un bell'EP di "bedroom soul" intitolato Boogie Tape Vol. 1.
Della stessa etichetta, ho recuperato soltanto da poco tempo un disco pubblicato in realtà a gennaio, Heater, interessante debutto dei True Blossom, band di Atlanta che ha un evidente debito con le idee dei Fleetwood Mac e con un certo pop levigato Anni Ottanta, ma che riesce comunque a inventare una propria peculiare atmosfera grazie soprattutto alla voce di Sophie Cox e ad arrangiamenti eleganti ed azzeccati.
Da qualche mese è uscito anche Bed Sea Walks, l'esordio di A Red Idea, pubblicato dall'ottima etichetta indipendente veneziana Beautiful Losers. La mia curiosità viene stuzzicata nel momento in cui leggo, tra i riferimenti per questo progetto, anche il nome dei vecchi Midlake, forse oggi un po' dimenticati. E infatti quando queste ballate prendono il colore di certo indie rock dalle atmosfere intime si rivela una poesia austera. Del resto, il concept dell'album è "un’immaginaria passeggiata sul fondo dell’oceano". Apprezzo un po' meno altre divagazioni verso territori alla Radiohead, ma temo sia un problema soltanto mio. In ogni caso, mi piace l'intreccio molto misurato di chitarre e synth (gli arrangiamenti sono a cura di Andrea Liuzza), perfetto per la voce calma e calda di Alvise Forcellini.
See You When Fascism Is Whipped è il titolo abbastanza esaltante del secondo album solista di Girless: a quanto pare cita una frase attribuita a Woody Guthrie, e del resto Guthrie è anche l'ispirazione principale di questo lavoro. Otto tracce di folk dolcissimo (e che in un paio di episodi sanno sconfinare in un punk acustico, sanguigno e rabbioso) che in qualche modo raccontano qualcosa del nostro malmesso presente, proprio cercando di raccontare la vita quotidiana di una delle più grandi voci di outisider che la musica abbia mai avuto. Garantisce come sempre To Lose La Track.
Per la stessa label di Umbertide, in collaborazione con È un brutto posto dove vivere, Floppy Dischi e Ideal Crash, è uscito il nuovo album degli Action Dead Mouse, dal magnifico (come al solito) titolo Il contrario di annegare. Il giorno in cui è stato annunciato il disco, mi sono trovato taggato in un post su Facebook, tra ringraziamenti vari, ben più illustri e meritevoli. Quando ho chiesto come mai, Filippo Dionisi (chitarra e voce della band bolognese) mi ha semplicemente risposto che secondo lui in mezzo a queste canzoni c'è qualcosa che può piacere anche a me (che, diciamocelo, di hardcore-post-qualcosa non so evidentemente nulla). Quindi mi sono messo ad ascoltare abbastanza preoccupato: e se non avessi capito a cosa si riferiva Filippo? Se mi fosse sfuggito il dettaglio più importante? D'accordo, ci sono quelli che la bella e molto più competente recensione su Dotto chiama "i riff che fanno godere anche il fan democristiano dei Cloud Nothings". C'è un emo struggente ma tutt'altro che melenso che sa farsi anche epico (la parte entrale di Piombo o il crescendo di Parlare nel sonno), e ci sono momenti indie rock limpidi (l'attacco puro Sonic Youth di Rimini). Ma dopo qualche settimana in cuffia direi che c'è anche altro: c'è una forza che riesce a parlarti anche oltre gli urli (mi piace che questi ragazzi non smettano di fare musica urlata), a farsi intendere benissimo anche quando le parole vengono fagocitate dai muri di rumore. Qualcosa che assomiglia all'ostinazione nel seguire un "amore anfibio", mantenerlo in vita dentro e fuori da un'acqua buia, qualcosa che si dibatte tenace nel "goffo aggrapparsi" dentro un abbraccio. Ecco, se gli strepitosi testi degli Action Dead Mouse per uscire ed esplodere hanno bisogno di una forma che io posso ricondurre tipo a Fine Before You Came, o magari a GirlsVSBoys e At The Drive In, per citare un paio di nomi classici e più "formativi", bene allora così sia. Continuate a esplodere, a "battere sempre sullo stesso tasto", a cercare e cercare ancora il contrario di questo nostro affogare.
Conoscevamo già Marco Barzetti per i cupi ed evocativi Weird, con due ottimi album all'attivo, e ora si è lanciato in una nuova avventura solista, sotto il nome True Sleeper. Le sonorità sono quelle di uno shoegaze ancora più dissolto, ipnotico e rarefatto, a volte quasi ai limiti dello slow-core. Life Happened è il suo debutto, pubblicato dalla ammirevole Lady Sometimes Records: nove tracce maestose, che puntano a una circolarità di temi e suoni, e dentro le quali sembra non esserci mai fine alla profondità dei riverberi. Ascoltato in loop può creare dipendenza e far perdere la cognizione del tempo, come un sogno dentro il quale si sta sognando.
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