La malinconia di settembre la conosci bene: è soltanto un mezzo miscuglio malriuscito che non sai se mandare giù o sputare via. Da una parte hai la testa ancora piena di tutto quello che dovevi fare quest'estate (anche stavolta niente skate a San Diego, né quel corso di svedese); dall'altra non vedi l'ora di lanciarti in mezzo a tutte le cose nuove che si affacciano, programmi e progetti, tra le strade di questa città che si riempiono di facce mai viste, altri posti che aprono e un brivido diverso nell'aria delle sette. La fotta e la fifa. Settembre è tutto un mettere via e un dare inizio, fare liste e richieste, e alla fine questo racconto a due velocità ti lascia instabile. Ma anche questa precarietà ormai la conosci da una vita. Settembre ha le sue regole, le sue consuetudini e io ho bisogno di una musica ruvida e dolce al tempo stesso. Con tutto l'amore che da queste frequenze è sempre andato in onda per band come Twerps, Goon Sax e Dick Diver (comune denominatore: Australia), un disco come Around The House, la seconda prova del trio di Melbourne Chook Race, non poteva che conquistarmi al primo ascolto. Messo in chiaro sin dalle prime note il debito verso la scuola Flying Nun e vari altri monumenti come REM e Go-Betweens, bisogna riconoscere che la forza di questo album sta tutta nella scarna immediatezza delle canzoni e, soprattutto, nella maniera precisa con cui la tracklist riesce ad alternare i temi e gli umori. L'apertura con la giocosa Hard To Clean e il pop spensierato dell'irresistibile singolo Sometimes, è subito bilanciata dalla introversa Eggshell. Oppure il nervosismo di At Your Door che viene subito frenato dalla severità di Pink & Grey. Alla precipitosa asciuttezza di Sun In Eyes si contrappone la solennità della conclusiva Start Anew, che mi ricorda certe Talulah Gosh o Aislers Set. Il gioco delle contrapposizioni è prolungato nell'alternarsi delle voci della batterista Carolyn Hawkins e del chitarrita Rob Remedios, sempre azzeccato ed efficace. A quanto leggo, Around The House è stato registrato in un solo giorno, e tra l'altro insieme a Tom Hardisty dei Woollen Kits, e questa specie di natura da fotografia istantanea secondo me aiuta e rafforza questa musica. Questo risaputo sentimento di settembre, questa vivace malinconia va catturata esattamente così, e anche se ormai la conosco bene, i Chook Race la sanno cantare davvero a meraviglia.
La malinconia di settembre la conosci bene: è soltanto un mezzo miscuglio malriuscito che non sai se mandare giù o sputare via. Da una parte hai la testa ancora piena di tutto quello che dovevi fare quest'estate (anche stavolta niente skate a San Diego, né quel corso di svedese); dall'altra non vedi l'ora di lanciarti in mezzo a tutte le cose nuove che si affacciano, programmi e progetti, tra le strade di questa città che si riempiono di facce mai viste, altri posti che aprono e un brivido diverso nell'aria delle sette. La fotta e la fifa. Settembre è tutto un mettere via e un dare inizio, fare liste e richieste, e alla fine questo racconto a due velocità ti lascia instabile. Ma anche questa precarietà ormai la conosci da una vita. Settembre ha le sue regole, le sue consuetudini e io ho bisogno di una musica ruvida e dolce al tempo stesso. Con tutto l'amore che da queste frequenze è sempre andato in onda per band come Twerps, Goon Sax e Dick Diver (comune denominatore: Australia), un disco come Around The House, la seconda prova del trio di Melbourne Chook Race, non poteva che conquistarmi al primo ascolto. Messo in chiaro sin dalle prime note il debito verso la scuola Flying Nun e vari altri monumenti come REM e Go-Betweens, bisogna riconoscere che la forza di questo album sta tutta nella scarna immediatezza delle canzoni e, soprattutto, nella maniera precisa con cui la tracklist riesce ad alternare i temi e gli umori. L'apertura con la giocosa Hard To Clean e il pop spensierato dell'irresistibile singolo Sometimes, è subito bilanciata dalla introversa Eggshell. Oppure il nervosismo di At Your Door che viene subito frenato dalla severità di Pink & Grey. Alla precipitosa asciuttezza di Sun In Eyes si contrappone la solennità della conclusiva Start Anew, che mi ricorda certe Talulah Gosh o Aislers Set. Il gioco delle contrapposizioni è prolungato nell'alternarsi delle voci della batterista Carolyn Hawkins e del chitarrita Rob Remedios, sempre azzeccato ed efficace. A quanto leggo, Around The House è stato registrato in un solo giorno, e tra l'altro insieme a Tom Hardisty dei Woollen Kits, e questa specie di natura da fotografia istantanea secondo me aiuta e rafforza questa musica. Questo risaputo sentimento di settembre, questa vivace malinconia va catturata esattamente così, e anche se ormai la conosco bene, i Chook Race la sanno cantare davvero a meraviglia.
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