The scene between

 The Go! Team - The Scene Between

È così difficile divertirsi? È così difficile lasciarsi andare? Stringere la mano che ci viene incontro, rispondere a un bacio con un bacio e seguire il ritmo? Non sono la persona più adatta a dare queste risposte, ma leggendo le recensioni all'ultimo disco dei Go! Team mi viene da dire che parecchi critici musicali devono essere messi peggio di me.
C’era questo suono traboccante e saturo, come se una ipercolorata squadra di sorridenti cheerleader si fosse messa in testa di diventare una crew hip-hop grazie all'improbabile aiuto di una banda di paese, squillante fanfara a passo di corsa, costumi e tutto il resto. Un suono che ti faceva venire il fiatone già dopo le prime note, una lezione di aerobica fatta di campionamenti e voglia di primavera. Era un'idea a suo modo geniale, e Thunder, Lightning, Strike, il debutto dei Go! Team di oltre dieci anni fa, è stato uno di quei dischi che pur non avendo segnato in maniera profonda la storia della musica, senza veri eredi né discepoli, puoi ancora collegare all'istante a una certa epoca, con quell’aria di festa spontanea e trascinante.
La musica in questi anni, però, non è fatta per restare fedele troppo a lungo a una sola formula. Seguono gli alti e bassi di una carriera comunque apprezzabile, mentre intorno il mondo si inventa mille altri generi e i ragazzini che all’inizio ballavano sotto al palco cedono il passo. Arriviamo a questo quarto album, The Scene Between, e il factotum Ian Parton decide di sostituire l’intera squadra per trovare nuove energie. Tra parentesi, per dire come è cambiata l’atmosfera, oggi anche i modi della comunicazione di questa più che legittima scelta vengono messi in discussione. JD Samson delle Tigre e dei MEN ha scritto un lungo articolo per Talkhouse al solo scopo di raccontare come il suo ascolto del disco sia stato influenzato dal comunicato stampa, in cui i nomi delle voci femminili vengono del tutto trascurati. Capisco il punto di vista, capisco che il cambiamento dei comportamenti e dell’atteggiamento nelle questioni di genere passa anche attraverso questa sensibilità, ma non ho potuto fare a meno di pensare che tutto il discorso fosse un filo esasperato.
Una analoga propensione a una certa intransigenza non necessaria l'ho ritrovata anche in diverse recensioni: "the record lacks the spunk and originality of past releases", secondo Consequence Of Sound, mentre "these saccharine tunes and too-cute melodies could desperately use some of the band's old abrasive edge", scrive Rolling Stone, tanto per fare un paio di esempi. Ho l'impressione che la musica dei Go! Team non venga presa abbastanza sul serio, anzi sia trattata con sufficienza, perché votata al divertimento senza compromessi e senza indugi, ma al tempo stesso non "cool" come altro pop contemporaneo in circolazione. E quando dico "divertimento" non intendo certo dire che queste canzoni non abbiano spessore. Prendi un singolo strappalacrime-col-sorriso come Did You Know?, puro stile The Supremes, oppure prendi la title track, un mid-tempo con un coro da "teniamoci tutti per mano e vediamo la luce" come nemmeno i Polyphonic Spree dei giorni migliori. L'attenzione per queste melodie, nonostante siano seppellite tra samples e fischi di feedback, è formidabile. E anche nelle tracce più veloci e immediatamente spinte al ballo (Catch Me On The Rebound oppure Blowtorch, le mie preferite) potresti seguire con il dito lungo tutto il vento le note di un ritornello che non sembra finire mai, che non sembra posarsi mai. In una recente intervista Ian Parton ha schiettamente dichiarato: "I want to do delicious, curvy, undeniable, sunshiny songs". E io, dopo avere tenuto The Scene Between in alta rotazione per settimane, davvero non vedo come si possa pretendere di più. Questo secondo me è esattamente quello che devono fare i Go! Team, chiunque abbiano in formazione, e questo riesce alla perfezione al nuovo album. Stavolta mi sembra ci sia meno rap e più soul, meno Wall Of Sound e un pizzico in più di malinconia, ma il risultato non cambia, il divertimento resta l'obiettivo, e l'obiettivo è raggiunto.

(mp3) The Go! Team - Catch Me On The Rebound




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