Il rock'n'roll è una cosa talmente grande che la gente dovrebbe cominciare a morire per esso. Voi non capite. La musica ti restituiva il tuo stesso battito, e ti permetteva di sognare. Un'intera generazione che correva insieme a un basso Fender.
La gente doveva solo morire per la musica. Tanto muoiono per qualsiasi altra cosa, perché non per la musica? Muori per lei. Non è carino? Non moriresti volentieri per qualcosa di carino?
Forse sono io che dovrei morire. In fondo tutti i grandi del blues sono morti. Ma la vita va meglio, oggi.
Io non voglio morire. Giusto?
Lou Reed (da Please Kill Me di Legs McNeil e Gillian McCain)
Ho passato come molti la serata a riascoltare le sue vecchie canzoni e a leggere i tanti articoli e post che in pochi minuti erano già comparsi in rete. Il senso di mestizia che mi ha lasciato addosso la scomparsa di Lou Reed (quella strana sensazione che proviamo quando muore qualcuno famoso ma che, a differenza delle celebrità "ordinarie", ha cambiato davvero qualcosa della nostra vita; quella specie di mancanza "di secondo grado" per qualcuno sconosciuto ma in qualche modo vicino) mi ha fatto passare la voglia di provare ad aggiungere altre parole alle già tante pubblicate.
Vi lascio giusto un po' di link interessanti su cui sono passato stasera, al netto degli antipatici pezzi con le raccolte di tweet di personaggi più o meno improbabili e dei prevedibili sfoggi di cinismo da social network:
- Lou Reed: the man rock music was waiting for (il necrologio di Petridis sul Guardian, prevedibile ma onesto e completo)
- What Lou Reed Taught Me (Ann Powers su NPR, personale e toccante)
- The Velvet Underground :: The Matrix Sampler
- Watch Lou Reed: Rock and Roll Heart, a 1998 PBS Documentary
- Postscript: Lou Reed (Sasha Frere-Jones sul New Yorker, trascinante)
- Toesucker Blues: Robert Christgau's Farewell Salute to Lou Reed
- 'Oh Lou / why did you leave us this way?' (il messaggio di Morrissey)
- e per finire, un breve appunto di Matthew Perpetua che meriterebbe interi volumi di saggi esplicativi.
UPDATE:
- Okkervil River's Will Sheff on what Lou Reed meant to him
- lo speciale del Village Voice
- "Heroin Was Our Heroin": Sarah Larson sul New Yorker
e per finire, lo straziante necrologio di Laurie Anderson
- Goodbye Lou! - bellissima cronaca della veglia funebre in onore di Lou Reed.
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