L'ultima puntata del podcast è per me un po' speciale: c'è un ospite dal vivo in studio e per di più canta in italiano, cosa che non succede molto spesso a polaroid. Ma Ahilui, il nuovo disco Setti mi ha colpito parecchio. A prima vista sembra normalmente triste, storie un po' sconsolate, intrecci sentimentali complicati. Poi ti accorgi che c'è qualcosa di più. Ci sono delle piccole illuminazioni del linguaggio di tutti i giorni che ti tornano in mente dopo che è passato del tempo, e possono ribaltarti. Quante volte avrò pensato anche io "è meglio stare solo che senza di te" senza riuscire a condensare quel tutto in otto parole. Nelle chiacchiere che abbiamo scambiato in diretta, Nicola Setti ha raccontato che i testi delle canzoni fanno parte di un personaggio che ha voluto costruire di proposito così, all'apparenza un po' fuori asse sulla realtà (ma che in fondo è molto presente). Io ci sento un riuscito modo di raccontare i difficili contorni del silenzio, delle pause nei dialoghi, dei momenti in cui sembri rimasto senza parole e invece ne hai la testa piena.
E poi c'è la musica. Setti ha potuto avvalersi di una backing band d'eccezione come i Wolther Goes Stranger, che hanno aggiunto drum machine fredde e secche, spesso stranianti conto la chitarra acustica e la voce, oppure colori di feedback distanti, che tengono assieme tutto ma restano come un vento gelido dietro strofe e ritornelli. L'amalgama funziona e ne esce un'idea di cantautorato italiano immediato ma fuori dai riferimenti più noti e facili.
Trovate il podcast completo qui, mentre qui sotto ci sono le quattro canzoni che Setti ci ha regalato dal vivo.
Ahilui lo trovate in cassetta e stavolta anche in CD su Barberia.
Commenti
Andrea
https://www.youtube.com/watch?v=lIyZdvaXyhM?
o_O
Andrea