La prima volta che ascoltai i Ringo Deathstarr rimasi abbastanza sorpreso che non fossero britannici. Anche mettendo da parte il discorso del revival di genere, non era proprio immediato immaginarsi questi suoni tanto shoegaze nel mezzo del Texas. Ma poi le loro canzoni volavano bene, e non importava da dove venissero.
Nel loro album di debutto Colour Trip le voci della chitarrista Elliott Frazier e del bassista Alex Gehring si incrociano sotto una coltre di nebbia di feedback, i toni oscuri vengono rischiarati da melodie sognanti, e non mancano inserti di synth acidi, mentre la batteria di Daniel Coborn ciondola in preda all’autismo.
Derivativi? Mah, sì. Però credo che decidere se un album così fedele al suo genere (ecco un attacco preso dai My Bloody Valentine, ecco una strofa dei Jesus & Mary Chain, ecco un ritornello dei Ride...) sia per forza noioso o divertente, a questo punto diventi inessenziale. Anche perché bisogna riconoscere che tutti i nomi citati sono spariti da un paio di decenni, mentre evidentemente di questi suoni c’è ancora un certo desiderio, e in giro si possono ascoltare eredi ben peggiori. E comunque nel disco non mancano intuizioni di possibili nuove strade per la band, come la conclusiva Other Things.
I Ringo Deathstarr saranno in Italia questo fine settimana per tre date, e così li vedremo finalmente alla prova dal vivo:
- sabato 26 @ Covo Club, Bologna
- domenica 27 @ Mattatoio Club, Carpi (MO)
- lunedì 28 @ La Sacrestia, Milano
(mp3): Ringo Deathstarr - Kaleidoscope
(mp3): Ringo Deathstarr - So High (worriedaboutsatan remix) - [*]
Commenti
thaks for sharing
greeting from mas raden