Ospite delle Mange-Tout
Ormai fa caldo per parlare di "ora del tè" o evocare domeniche pomeriggio con la pioggia alle finestre, eppure il progetto musicale delle Mange-Tout mostra di possedere proprio quella grazia lì, un po' crepuscolare e garbata, ma capace poi di spiccare il volo con sorrisetto vispo (Weak Week).
Canzoni di un folk affettuoso (Drawn Curtains, Subway Charm), il cui tratto principale è l'intreccio delle due voci di Nathalie e Germana sopra a chitarre acustiche essenziali, qualche glockenspiel, la melodica, poche percussioni e un contrabbasso, quello di Samuele Palazzi (The Calorifer Is Very Hot!), ormai entrato in maniera stabile nella formazione.
Le canzoni dell'omonimo album di debutto delle Mange-Tout (che arriva dopo un bell'ep uscito un paio d'anni fa per la gloriosa My Honey Records) sembrano cose piccole, come i bottoni colorati sulla copertina (artwork di Enrico Fontanelli degli Offlaga Disco Pax), pasticcini che quasi dispiace togliere dal vassoio.
A poco a poco, però, intuisci che le Mange-Tout hanno in realtà ben poco di lezioso. La cosa più bella di questo disco è per me il modo in cui riesce a disporre ogni elemento in ordine, separato e con proporzione. Una simmetria tra i suoni e il movimento della musica che racchiude la vera poesia delle band italo-francese. Le due parti di Phone Song ne sono uno degli esempi migliori, con quella coda che sembra passare una mano per stendere bene e appianare le increspature della melodia.
Se apparecchiare con cura una tavola per un ospite è un'arte e in qualche modo anche un gesto d'amore, dato che si comincia a pensare a qualcuno ben prima del suo arrivo, il modo in cui si viene accolti dalle fanciulle in questo disco è a dir poco incantevole. La primavera scorsa le Mange-Tout vennero a trovarci in radio per un live acustico. Con questo album mi sembra come se avessero ricambiato l'ospitalità, ma è ovvio che hanno fatto molto di più.
Accomodatevi pure.
>>>(mp3): Les Mange-Tout - Phone Song
>>>(mp3): Les Mange-Tout - The Fastest One Man Band in the World (live on polaroid)
Ormai fa caldo per parlare di "ora del tè" o evocare domeniche pomeriggio con la pioggia alle finestre, eppure il progetto musicale delle Mange-Tout mostra di possedere proprio quella grazia lì, un po' crepuscolare e garbata, ma capace poi di spiccare il volo con sorrisetto vispo (Weak Week).
Canzoni di un folk affettuoso (Drawn Curtains, Subway Charm), il cui tratto principale è l'intreccio delle due voci di Nathalie e Germana sopra a chitarre acustiche essenziali, qualche glockenspiel, la melodica, poche percussioni e un contrabbasso, quello di Samuele Palazzi (The Calorifer Is Very Hot!), ormai entrato in maniera stabile nella formazione.
Le canzoni dell'omonimo album di debutto delle Mange-Tout (che arriva dopo un bell'ep uscito un paio d'anni fa per la gloriosa My Honey Records) sembrano cose piccole, come i bottoni colorati sulla copertina (artwork di Enrico Fontanelli degli Offlaga Disco Pax), pasticcini che quasi dispiace togliere dal vassoio.
A poco a poco, però, intuisci che le Mange-Tout hanno in realtà ben poco di lezioso. La cosa più bella di questo disco è per me il modo in cui riesce a disporre ogni elemento in ordine, separato e con proporzione. Una simmetria tra i suoni e il movimento della musica che racchiude la vera poesia delle band italo-francese. Le due parti di Phone Song ne sono uno degli esempi migliori, con quella coda che sembra passare una mano per stendere bene e appianare le increspature della melodia.
Se apparecchiare con cura una tavola per un ospite è un'arte e in qualche modo anche un gesto d'amore, dato che si comincia a pensare a qualcuno ben prima del suo arrivo, il modo in cui si viene accolti dalle fanciulle in questo disco è a dir poco incantevole. La primavera scorsa le Mange-Tout vennero a trovarci in radio per un live acustico. Con questo album mi sembra come se avessero ricambiato l'ospitalità, ma è ovvio che hanno fatto molto di più.
Accomodatevi pure.
>>>(mp3): Les Mange-Tout - Phone Song
>>>(mp3): Les Mange-Tout - The Fastest One Man Band in the World (live on polaroid)
Commenti