Girls
Quasi ogni recensione di Album, il magnifico esordio dei Girls, non manca di citare le somiglianze tra la voce di Christopher Owens e quella di Elvis Costello. L'accostamento è appropriato, anche per via di una certa patina vintage nel suono della band di San Francisco.
Ma non è stato quello a colpirmi la prima volta che ho sentito i Girls e mi sono lasciato travolgere. Ho pensato piuttosto a quanto quella voce suoni infantile, in totale contrasto con quanto sta cantando (amori spezzati, vite da inventare daccapo, le solite cose) e a come lo sta cantando, lasciando incerto il confine tra l'ironia e il tormento.
La musica d'altra parte si offre aperta e accessibile, quasi avesse abbandonato ogni pretesa di risolvere questioni troppo complicate. Non si sforza nemmeno di diventare lo-fi fino in fondo, e il suono libero risale le sue correnti fino ai Sixties.
Così facendo, le canzoni dei Girls raggiungono una limpidezza nuova, in cui la pura semplicità non è ottenuta per sottrazione ma è lì, immediata e necessaria. Sentimenti custoditi in forma di pop e tre minuti.
La seconda cosa che mi ha colpito di questo disco è stato il libretto. A ogni pagina corrisponde la fotografia del viso di una ragazza. Sotto la fotografia, il titolo di una canzone. E non sai bene se sono le ragazze ad avere ispirato la musica, o se sono le canzoni stesse a essere diventate le ragazze. E in questo caso, da che parte stanno le storie che raccontano?
Ma del resto, con le loro interviste/confessioni, con le istantanee delle loro feste sparpagliate ovunque in rete, con i video girati nella propria camera (e a volte con gli amici improvvisati attori porno), sono stati gli stessi Girls a costruire un immaginario trasparente e torbido tutto assieme, dove l'eccesso non è solo quello di droghe e sesso ma anche quello di una piccola poesia stucchevole.
Tutto è a portata di mano dentro questa musica (e forse anche dentro i Girls): la vita come un continuo set fotografico di Vice Magazine e la vita come i pomeriggi di un post-adolescente sfigato senza compagnia. Album è un disco che gioca a carte scoperte. Come scrivono nelle note di copertina, "Album was not recorded in any studio". Come se questo disco, in fondo, fosse loro stessi. E forse è così.
>>>(mp3): Girls - Lust For Life
Quasi ogni recensione di Album, il magnifico esordio dei Girls, non manca di citare le somiglianze tra la voce di Christopher Owens e quella di Elvis Costello. L'accostamento è appropriato, anche per via di una certa patina vintage nel suono della band di San Francisco.
Ma non è stato quello a colpirmi la prima volta che ho sentito i Girls e mi sono lasciato travolgere. Ho pensato piuttosto a quanto quella voce suoni infantile, in totale contrasto con quanto sta cantando (amori spezzati, vite da inventare daccapo, le solite cose) e a come lo sta cantando, lasciando incerto il confine tra l'ironia e il tormento.
La musica d'altra parte si offre aperta e accessibile, quasi avesse abbandonato ogni pretesa di risolvere questioni troppo complicate. Non si sforza nemmeno di diventare lo-fi fino in fondo, e il suono libero risale le sue correnti fino ai Sixties.
Così facendo, le canzoni dei Girls raggiungono una limpidezza nuova, in cui la pura semplicità non è ottenuta per sottrazione ma è lì, immediata e necessaria. Sentimenti custoditi in forma di pop e tre minuti.
La seconda cosa che mi ha colpito di questo disco è stato il libretto. A ogni pagina corrisponde la fotografia del viso di una ragazza. Sotto la fotografia, il titolo di una canzone. E non sai bene se sono le ragazze ad avere ispirato la musica, o se sono le canzoni stesse a essere diventate le ragazze. E in questo caso, da che parte stanno le storie che raccontano?
Ma del resto, con le loro interviste/confessioni, con le istantanee delle loro feste sparpagliate ovunque in rete, con i video girati nella propria camera (e a volte con gli amici improvvisati attori porno), sono stati gli stessi Girls a costruire un immaginario trasparente e torbido tutto assieme, dove l'eccesso non è solo quello di droghe e sesso ma anche quello di una piccola poesia stucchevole.
Tutto è a portata di mano dentro questa musica (e forse anche dentro i Girls): la vita come un continuo set fotografico di Vice Magazine e la vita come i pomeriggi di un post-adolescente sfigato senza compagnia. Album è un disco che gioca a carte scoperte. Come scrivono nelle note di copertina, "Album was not recorded in any studio". Come se questo disco, in fondo, fosse loro stessi. E forse è così.
>>>(mp3): Girls - Lust For Life
(photo by Sandy Kim)
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