Sono ragazzi strani

The Strange BoysLa leggenda vuole che i due fratelli Ryan e Philip Sambol abbiano cominciato a fare musica cercando di ricreare il sound dell'unica cassetta che la loro madre ascoltava in macchina quando erano bambini: una compilation di American Bandstand circa del 1966.
Con gli Strange Boys (ora un quartetto) siamo quindi dalle parti di un garage rock fortemente intriso di rhythm & blues, sbandato e a bassa fedeltà. Non a caso il loro debutto ...And The Girls Club esce su In The Red Records, etichetta che di queste cose se ne intende.
I riferimenti a Stones e Kinks qui si sprecano, e chissà a quanti altri misteriosi gruppi da Nuggets, ma puoi scoprire i "ragazzi strani" riecheggiare anche Dylan, soprattutto con quella voce stridente e perduta, come da una radiolina AM affogata in un bicchiere di whisky.
Ma quello che mi rende davvero simpatica questa giovane band di Austin è il modo scanzonato e immediato con cui tratta materiali vintage in apparenza buoni solo per uno stanco revival. Invece gli Strange Boys sono ruvidi ma non aggressivi, polverosi ma non antiquati. C'è energia e divertimento, in queste sedici canzoni, e qualche melodia azzeccata che ti accompagna buona buona mentre con la Cadillac sfrecci sulla highway ai margini del deserto.

>>>(mp3): No Way for a Slave to Behave
>>>(mp3): Heard You Wanna Beat Me Up
>>>(video): Woe is You and Me
[la foto viene da qui]

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