Death in donut plains
Ho attraversato il tunnel del San Gottardo per due giorni e mezzo senza incontrare anima viva. Guidavo in silenzio, rallentavo, acceleravo: l'asfalto e le luci al neon scorrevano sempre identici.
Ho accostato la macchina in una piazzola d'emergenza e sono sceso. L'aria aderiva alla pelle come gomma, mi stringeva la gola. Ho appoggiato una mano sulle monumentali pareti di cemento, erano tiepide, vive. Alle mie spalle e davanti a me il nastro della strada si perdeva nel loop della prospettiva. Non stavo arrivando da nessuna parte.
L'unico suono proveniva dalla portiera aperta. Da quando ero entrato nella galleria ascoltavo soltanto Death In Donut Plains. La canzone si intitolava Empty Belly of the Trojan Horse ed era un'esplosione selvaggia al fermo immagine, rigorosa come un frattale. Eccomi lì, nella pancia vuota del cavallo di Troia che mi avrebbe sconfitto. La galleria immobile mi stava scavando dentro, si stava prendendo tutto lo spazio, non stavo andando da nessuna parte. Ho ricominciato a guidare, non avevo via d'uscita, il tempo avrebbe ripreso il sopravvento, "time is the arm of death" cantava la canzone successiva.
Death In Donut Plains è il nuovo progetto di Enrico Boccioletti, da Pesaro, già nei Damien e nei notevoli French Fries. Stavolta fa tutto da solo, tra campionamenti stravolti, feedback di chitarre, batterie elettroniche in stato confusionale e un Korg EA1 in palese corto circuito.
Si resta ammirati al primo ascolto e vengono in mente mille cose: i Selected Ambient Works di Aphex Twin, i Fuck Buttons, Banjo or Freakout, gli M83, a tratti addirittura certi vecchi Primal Scream.
Tra titoli indovinati come Love You Via Gmail oppure Form a Commune Then Kill Ourselves As They're About to Get Us, vengono a galla frammenti da David Lynch e Carmelo Bene, e convivono accanto a ingegnose cover di dEUS e Liars.
La voce ora affoga tra riverberi alla Radio Dept. (Me And The DSC), ora si fa solitaria e sconsolata come un Casiotone For The Painfully Alone (No Light). Pochi i passi fuori misura, come il recitato di una poesia di Bukowski, ma sono dettagli.
Finora Death In Donut Plains ha realizzato un album e un ep, entrambi in free download dal suo myspace, ma si tratta di lavori e di un musicista che meritano molta, molta più attenzione.
>>>(mp3): Hotellounge (dEUS cover)
>>>(mp3): Empty Belly of the Trojan Horse
Ho attraversato il tunnel del San Gottardo per due giorni e mezzo senza incontrare anima viva. Guidavo in silenzio, rallentavo, acceleravo: l'asfalto e le luci al neon scorrevano sempre identici.
Ho accostato la macchina in una piazzola d'emergenza e sono sceso. L'aria aderiva alla pelle come gomma, mi stringeva la gola. Ho appoggiato una mano sulle monumentali pareti di cemento, erano tiepide, vive. Alle mie spalle e davanti a me il nastro della strada si perdeva nel loop della prospettiva. Non stavo arrivando da nessuna parte.
L'unico suono proveniva dalla portiera aperta. Da quando ero entrato nella galleria ascoltavo soltanto Death In Donut Plains. La canzone si intitolava Empty Belly of the Trojan Horse ed era un'esplosione selvaggia al fermo immagine, rigorosa come un frattale. Eccomi lì, nella pancia vuota del cavallo di Troia che mi avrebbe sconfitto. La galleria immobile mi stava scavando dentro, si stava prendendo tutto lo spazio, non stavo andando da nessuna parte. Ho ricominciato a guidare, non avevo via d'uscita, il tempo avrebbe ripreso il sopravvento, "time is the arm of death" cantava la canzone successiva.
Death In Donut Plains è il nuovo progetto di Enrico Boccioletti, da Pesaro, già nei Damien e nei notevoli French Fries. Stavolta fa tutto da solo, tra campionamenti stravolti, feedback di chitarre, batterie elettroniche in stato confusionale e un Korg EA1 in palese corto circuito.
Si resta ammirati al primo ascolto e vengono in mente mille cose: i Selected Ambient Works di Aphex Twin, i Fuck Buttons, Banjo or Freakout, gli M83, a tratti addirittura certi vecchi Primal Scream.
Tra titoli indovinati come Love You Via Gmail oppure Form a Commune Then Kill Ourselves As They're About to Get Us, vengono a galla frammenti da David Lynch e Carmelo Bene, e convivono accanto a ingegnose cover di dEUS e Liars.
La voce ora affoga tra riverberi alla Radio Dept. (Me And The DSC), ora si fa solitaria e sconsolata come un Casiotone For The Painfully Alone (No Light). Pochi i passi fuori misura, come il recitato di una poesia di Bukowski, ma sono dettagli.
Finora Death In Donut Plains ha realizzato un album e un ep, entrambi in free download dal suo myspace, ma si tratta di lavori e di un musicista che meritano molta, molta più attenzione.
>>>(mp3): Hotellounge (dEUS cover)
>>>(mp3): Empty Belly of the Trojan Horse
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