Milano, zombi e marziani
Andrea Girolami è un giovane giornalista musicale che, dopo i pionieristici inizi con la web-radio Loser, è approdato a QOOB, canale televisivo che più di tutti cerca di contaminarsi con la Rete. Nel mezzo, ci sono ancora le parole: quelle su carta (il mensile Rumore) e quelle sul suo blog.
L'esperimento Milano for zombies ora tenta un'altra strada. La forma è quella di piccoli racconti (ognuno con il nome di un quartiere: Cimiano, Loreto, Lambrate...), in qualche modo implicitamente legati fra di loro, pubblicati in maniera "fanzinara" da Punk Not Diet: 150 pregiatissime copie cartacee oppure gratuitamente scaricabile in PDF.
Non si tratta di adolescenziali ambizioni letterarie, né Milano for zombies sembra avere troppe pretese di indagine di costume. Quello che mi piace di questo piccolo libro è proprio il tono: quello di un candido marziano che, sbarcato sul pianeta, si mescola agli esseri umani, ne condivide ogni gesto, ogni abitudine, ogni noia e ogni eccesso, ma in qualche modo ne resta sempre estraneo, compiendo una specie di "immedesimazione distante". E da questi racconti, pare che Milano sia il territorio ideale per questo genere di condotta.
Non c'è quasi tempo in queste pagine, quasi nulla si proietta dal passato verso un futuro. Minime storie senza eventi decisivi, tutte al presente. Anche i luoghi, per quanto si cerchi di distinguerli in modo minuzioso, sembrano non avere comunicazione fra di loro. Ci si immerge in metropolitana, si sbuca da qualche altra parte, alcuni fatti accadono, si torna a scomparire. Le differenze geografiche restano appena alcune facciate di palazzi, corrispettivo delle facce intercambiabili dei personaggi con cui si interagisce, sullo sfondo di una meteorologia neutra. Chissà come vedono la nostra città gli occhi di un solitario marziano.
I racconti sono raccolti intorno a una piantina di Milano di qualche secolo fa dove alcuni fumetti indicano luoghi di oggi (Sottomarino Giallo, Circolo Magnolia...), con uno sfasamento dovuto probabilmente alla lunghezza dei viaggi nello spazio. Del resto, chi può dire con esattezza dove si trovi la natia Macerata, indicata con vaghezza fuori pianta, e se esista per davvero.
Ma in questa mappa, nella sua inadeguatezza e al tempo stesso nella sua determinazione, si riconosce un tratto simpatico, un identico desiderio di conoscere, un passo che a tutti capita di condividere, sbarcati in un mondo nuovo.
Due note per concludere: ci sono anche alcune cose che non mi piacciono in questi racconti, in gran parte riconducibili al fatto che Andrea non ha chiesto a me di correggergli le bozze. A volte la tendenza è quella di metterci dodici righe per esprimere un'immagine che se lasciata a metà sarebbe potente il doppio. Alcune citazioni "cheap" abbassano il tono qui e là. Ma in fondo si tratta di dettagli.
Invece la confezione grafica, merito di Elena Giavaldi, con foto di Lara Pettinelli, è sobria e magnifica, direi quasi sprecata. Mescolando interventi tipografici vintage con immagini di altre epoche, che a Milano sopravvivono sommerse, restituisce in pieno la sensazione di disorientamento delle parole, la vita quotidiana degli zombie che popolano questi racconti, del tutto simile alla nostra.
>>> Leggi Milano for zombies
Andrea Girolami è un giovane giornalista musicale che, dopo i pionieristici inizi con la web-radio Loser, è approdato a QOOB, canale televisivo che più di tutti cerca di contaminarsi con la Rete. Nel mezzo, ci sono ancora le parole: quelle su carta (il mensile Rumore) e quelle sul suo blog.
L'esperimento Milano for zombies ora tenta un'altra strada. La forma è quella di piccoli racconti (ognuno con il nome di un quartiere: Cimiano, Loreto, Lambrate...), in qualche modo implicitamente legati fra di loro, pubblicati in maniera "fanzinara" da Punk Not Diet: 150 pregiatissime copie cartacee oppure gratuitamente scaricabile in PDF.
Non si tratta di adolescenziali ambizioni letterarie, né Milano for zombies sembra avere troppe pretese di indagine di costume. Quello che mi piace di questo piccolo libro è proprio il tono: quello di un candido marziano che, sbarcato sul pianeta, si mescola agli esseri umani, ne condivide ogni gesto, ogni abitudine, ogni noia e ogni eccesso, ma in qualche modo ne resta sempre estraneo, compiendo una specie di "immedesimazione distante". E da questi racconti, pare che Milano sia il territorio ideale per questo genere di condotta.
Non c'è quasi tempo in queste pagine, quasi nulla si proietta dal passato verso un futuro. Minime storie senza eventi decisivi, tutte al presente. Anche i luoghi, per quanto si cerchi di distinguerli in modo minuzioso, sembrano non avere comunicazione fra di loro. Ci si immerge in metropolitana, si sbuca da qualche altra parte, alcuni fatti accadono, si torna a scomparire. Le differenze geografiche restano appena alcune facciate di palazzi, corrispettivo delle facce intercambiabili dei personaggi con cui si interagisce, sullo sfondo di una meteorologia neutra. Chissà come vedono la nostra città gli occhi di un solitario marziano.
I racconti sono raccolti intorno a una piantina di Milano di qualche secolo fa dove alcuni fumetti indicano luoghi di oggi (Sottomarino Giallo, Circolo Magnolia...), con uno sfasamento dovuto probabilmente alla lunghezza dei viaggi nello spazio. Del resto, chi può dire con esattezza dove si trovi la natia Macerata, indicata con vaghezza fuori pianta, e se esista per davvero.
Ma in questa mappa, nella sua inadeguatezza e al tempo stesso nella sua determinazione, si riconosce un tratto simpatico, un identico desiderio di conoscere, un passo che a tutti capita di condividere, sbarcati in un mondo nuovo.
Due note per concludere: ci sono anche alcune cose che non mi piacciono in questi racconti, in gran parte riconducibili al fatto che Andrea non ha chiesto a me di correggergli le bozze. A volte la tendenza è quella di metterci dodici righe per esprimere un'immagine che se lasciata a metà sarebbe potente il doppio. Alcune citazioni "cheap" abbassano il tono qui e là. Ma in fondo si tratta di dettagli.
Invece la confezione grafica, merito di Elena Giavaldi, con foto di Lara Pettinelli, è sobria e magnifica, direi quasi sprecata. Mescolando interventi tipografici vintage con immagini di altre epoche, che a Milano sopravvivono sommerse, restituisce in pieno la sensazione di disorientamento delle parole, la vita quotidiana degli zombie che popolano questi racconti, del tutto simile alla nostra.
>>> Leggi Milano for zombies
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