I don't care 'cause I love you baby that's not lie
Mentre il titolare di questo blog cercava di barcamenarsi tra un sorso di santori e l'altro, la sottoscritta Fagotta ha bellamente poltrito su ogni ascolto poco polaroidiano in cui potesse imbattersi. Mi sono rincitrullita di hip hop di bassa lega e sono sprofondata tra le braccia sedative di qualsivoglia cantautore. Ho persino ascoltato Luca Carboni. A volte noi volenterose stagiste abbiamo bisogno di una reazione critica ai coretti ai battimani e alle trombette, per ricaricarci. O scaricarci. In ogni caso abbiamo sempre la peggio.
Poi mi arriva notizia di una cover prestigiosa, che probabilmente uno dei nostri amati collaboratori radiofonici non mancherà di presentarci prossimamente in trasmissione; e così, vengo a conoscenza dell'esistenza di tale Dent May. Cioè, vengo a conoscenza di Dent May ma soprattutto del suo magnifico ukulele.
Non farò mistero del mio debole per il chitarrino hawaiiano, da cui da mesi io stessa cerco di cavare dei suoni apprezzabili non solo per gli amici a quattrozampe. Per cui un ragazzotto che si presenta fin dal nome in compagnia del suo strumento semi-tascabile non poteva lasciarmi indifferente. Il fatto è che Dent (ormai i cantanti si chiamano solo per nome qui a Polaroid) è una specie di sosia di Philip Seymour Hoffman. Solo più inquietante. Ha questo capello leccatissimo e pettinato con una riga quasi straight edge, porta degli occhiali giganteschi da bambino secchione-potenziale-serial-killer e si veste come un damerino povero. Insomma è perfettamente di maniera. E dire che non è nemmeno svedese. Da Oxford, Mississippi, arriva un Ep di canzonette liberamente scaricabili sul suo Tumblr (!), intrise di malinconica gioia, con un tocco anni'50, i battimani e i coretti di cui sopra. Siamo daccapo. Dent May & His Magnificent Ukulele me l'ha fatta, ha vinto la sua voce che più Lekman non si può, le sue mossette con calice di vino in mano e maracas nell'altra (assurdo ma perfettamente probabile - un po' come i nerd che bevono il mojito) il suo atteggiamento à la Magnetic Fields. Perché siamo deboli e abbiamo bisogno di ridere anche degli inciampi d'amore.
So che questo post tradisce il caratteristico aplomb di questo glorioso blog ma ascoltate When you were mine di Prince rifatta dall'oxfordiano del Mississippi e capirete.
Impagabile.
(nella foto Dent versione cantante da matrimoni)
>>> (video) Dent May & His Magnificent Ukulele - Oh Paris!
>>> (mp3) Dent May & His Magnificent Ukulele - A Brush with velvet EP
Mentre il titolare di questo blog cercava di barcamenarsi tra un sorso di santori e l'altro, la sottoscritta Fagotta ha bellamente poltrito su ogni ascolto poco polaroidiano in cui potesse imbattersi. Mi sono rincitrullita di hip hop di bassa lega e sono sprofondata tra le braccia sedative di qualsivoglia cantautore. Ho persino ascoltato Luca Carboni. A volte noi volenterose stagiste abbiamo bisogno di una reazione critica ai coretti ai battimani e alle trombette, per ricaricarci. O scaricarci. In ogni caso abbiamo sempre la peggio.
Poi mi arriva notizia di una cover prestigiosa, che probabilmente uno dei nostri amati collaboratori radiofonici non mancherà di presentarci prossimamente in trasmissione; e così, vengo a conoscenza dell'esistenza di tale Dent May. Cioè, vengo a conoscenza di Dent May ma soprattutto del suo magnifico ukulele.
Non farò mistero del mio debole per il chitarrino hawaiiano, da cui da mesi io stessa cerco di cavare dei suoni apprezzabili non solo per gli amici a quattrozampe. Per cui un ragazzotto che si presenta fin dal nome in compagnia del suo strumento semi-tascabile non poteva lasciarmi indifferente. Il fatto è che Dent (ormai i cantanti si chiamano solo per nome qui a Polaroid) è una specie di sosia di Philip Seymour Hoffman. Solo più inquietante. Ha questo capello leccatissimo e pettinato con una riga quasi straight edge, porta degli occhiali giganteschi da bambino secchione-potenziale-serial-killer e si veste come un damerino povero. Insomma è perfettamente di maniera. E dire che non è nemmeno svedese. Da Oxford, Mississippi, arriva un Ep di canzonette liberamente scaricabili sul suo Tumblr (!), intrise di malinconica gioia, con un tocco anni'50, i battimani e i coretti di cui sopra. Siamo daccapo. Dent May & His Magnificent Ukulele me l'ha fatta, ha vinto la sua voce che più Lekman non si può, le sue mossette con calice di vino in mano e maracas nell'altra (assurdo ma perfettamente probabile - un po' come i nerd che bevono il mojito) il suo atteggiamento à la Magnetic Fields. Perché siamo deboli e abbiamo bisogno di ridere anche degli inciampi d'amore.
So che questo post tradisce il caratteristico aplomb di questo glorioso blog ma ascoltate When you were mine di Prince rifatta dall'oxfordiano del Mississippi e capirete.
Impagabile.
(nella foto Dent versione cantante da matrimoni)
>>> (video) Dent May & His Magnificent Ukulele - Oh Paris!
>>> (mp3) Dent May & His Magnificent Ukulele - A Brush with velvet EP
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