Never mistake the tears falling down your cheek
A Classic Education live @ The Cleb - 1 maggio 2007
Un esordio impressionante. Appena sei canzoni, ma eravamo tutti senza fiato. Il primo concerto degli A Classic Education, l'altra sera all'Handmade Indie Festival, è stato qualcosa di monumentale.
Pur perdendo il batterista a ventiquattr'ore dal debutto (polso rotto) sono riusciti a recuperare alla perfezione, grazie a Federico dei Three In One Gentleman Suit. Al suo fianco Paul Pieretto al basso, nelle vesti di vero e proprio direttore d'orchestra, indicava ogni passaggio delle canzoni e tutto è filato in maniera impeccabile. Giulia Mazza sedeva con elegante solennità alle tastiere e, nonstante fosse per lei la prima volta sopra un palco, il suo sorriso non mostrava un filo di tensione. In prima linea le chitarre di Jonathan Clancy dei Settlefish e di Luca dei Wolther Goes Stranger, con l'appoggio del maestro Stefano Roveda al violino, davano finalmente corpo e suono a questo progetto, a lungo pensato e curato.
E poi, la musica ci ha investito.
Se il tributo agli Arcade Fire rimaneva comunque sullo sfondo, soprattutto nella grandiosità dello stile, sul palco del Cleb l'energia, la tensione e la voglia di non risparmiarsi per nulla si sono spinte ben oltre. L'inedito di apertura, per esempio, aveva un taglio decisamente più "newyorkese" di quanto mi sarei aspettato. Veniva voglia di saltare e di cadere in ginocchio. E poi è stato stupefacente vedere la gente in piedi sul bancone del bar cantare in coro (di già?) Stay, Son, un finale maestoso che mi ha lasciato un nodo in gola. Era da un pezzo che a un concerto non mi sentivo così. Chi mi ha visto dopo deve avermi preso per matto.
Per ora in rete si trovano solo un paio di brevi filmati (uno / due), thanks to FedeMC, ma immagino che presto ne seguiranno altri e poi un bel po' di foto sui vari flickr. Non so se riescono a trasmettervi la sensazione di evento che si percepiva, ma credetemi se vi dico che oggi in Italia non ci sono paragoni per una band come questa.
ps: grazie a tutti gli organizzatori per la riuscita della festa, e grazie agli ACE per l'mp3.
A Classic Education live @ The Cleb - 1 maggio 2007
Un esordio impressionante. Appena sei canzoni, ma eravamo tutti senza fiato. Il primo concerto degli A Classic Education, l'altra sera all'Handmade Indie Festival, è stato qualcosa di monumentale.
Pur perdendo il batterista a ventiquattr'ore dal debutto (polso rotto) sono riusciti a recuperare alla perfezione, grazie a Federico dei Three In One Gentleman Suit. Al suo fianco Paul Pieretto al basso, nelle vesti di vero e proprio direttore d'orchestra, indicava ogni passaggio delle canzoni e tutto è filato in maniera impeccabile. Giulia Mazza sedeva con elegante solennità alle tastiere e, nonstante fosse per lei la prima volta sopra un palco, il suo sorriso non mostrava un filo di tensione. In prima linea le chitarre di Jonathan Clancy dei Settlefish e di Luca dei Wolther Goes Stranger, con l'appoggio del maestro Stefano Roveda al violino, davano finalmente corpo e suono a questo progetto, a lungo pensato e curato.
E poi, la musica ci ha investito.
Se il tributo agli Arcade Fire rimaneva comunque sullo sfondo, soprattutto nella grandiosità dello stile, sul palco del Cleb l'energia, la tensione e la voglia di non risparmiarsi per nulla si sono spinte ben oltre. L'inedito di apertura, per esempio, aveva un taglio decisamente più "newyorkese" di quanto mi sarei aspettato. Veniva voglia di saltare e di cadere in ginocchio. E poi è stato stupefacente vedere la gente in piedi sul bancone del bar cantare in coro (di già?) Stay, Son, un finale maestoso che mi ha lasciato un nodo in gola. Era da un pezzo che a un concerto non mi sentivo così. Chi mi ha visto dopo deve avermi preso per matto.
Per ora in rete si trovano solo un paio di brevi filmati (uno / due), thanks to FedeMC, ma immagino che presto ne seguiranno altri e poi un bel po' di foto sui vari flickr. Non so se riescono a trasmettervi la sensazione di evento che si percepiva, ma credetemi se vi dico che oggi in Italia non ci sono paragoni per una band come questa.
ps: grazie a tutti gli organizzatori per la riuscita della festa, e grazie agli ACE per l'mp3.
Commenti
una foto qui:
http://lunarpunk.blogspot.com/2007/05/past-future.html
;-)
http://www.flickr.com/photos/51241833@N00/
sorry...
Anais
non nego di essermi emozionato da occhi lucidi nel sentire gli A Classic Edu. già dal primo pomeriggio durante il sound check.sarà la tensione accumulata nei lunghi giorni organizzativi prefestival,sarà che ho conosciuto jon da non molto tempo ed è una persona splendida,sarà che conosco la giulia da una vita,sarà che sono davvero bravi..e stay,son è già un inno!
grazie veramente col cuore in mano!
stay tune
alessio
seebha