Julian Nation
L'anno scorso, dopo aver visto Erik Hallden (twice!) e l'ottimo Agent Simple dal vivo, mentre Parker Lewis mi mandava le sue prime canzoni e Juni Järvi pubblicava il suo debutto, mi era venuto in mente che bisognava proprio scrivere un post dedicato a tutti i possibili "eredi" della musica di Jens Lekman.
C'era chi faceva un uso dei campionamenti à la Black Cab, chi si presentava sul palco solo ukulele e storie tipo A Man Walks Into A Bar, chi riprendeva lo stesso malinconico sense of humour.... Poi, ovvio, mia pigrizia e poco tempo, il draft si perse tra gli altri.
In queste ultime settimane randagie, però, ho avuto a farmi compagnia in cuffia un ragazzino che, se non avessi letto nulla in giro, avrei scommesso fosse svedese. Trae in inganno anche un titolo geniale e citato da tutti come Lost Swedish Penpals ("For our three-page relationship, well, we both had our weaknesses: mine was broken promises, yours was broken English").
Lui si chiama Julian Nation, non è nemmeno ventenne e proviene da Melbourne, Australia. Dichiara di aver cominciato a comporre a sedici anni, tornando da un concerto dei Lucksmiths, e nelle recensioni questo è il nome che ricorre più spesso, assieme a quello dei Belle & Sebastian e, appunto, di Lekman.
Ma tutto qui resta sospeso nella leggerezza di un lo-fi da cameretta ("Julian's bedroom and the St.Marcs community centre in Fitzroy"), con gli immancabili campanellini, e canzoni che non superano quasi mai i due minuti, mentre l'album We Are All Writers non arriva ai diciannove.
Dio mio, che titolo. Gesti sfacciati che ci si può permettere solo a quell'età, suppongo.
Come una sciarpa portata sopra la maglietta, come una bicicletta inforcata anche se sta per cominciare a piovere, Julian Nation ha la grazia della primavera che comincia, e quando fa la voce profonda e canta la fine di ogni romanticismo fa venire quei sorrisi da occhi lucidi.
>>> mp3:
- Press Gang Kids
- No, You're Not
- 1992
- Lost Swedish Penpals
L'anno scorso, dopo aver visto Erik Hallden (twice!) e l'ottimo Agent Simple dal vivo, mentre Parker Lewis mi mandava le sue prime canzoni e Juni Järvi pubblicava il suo debutto, mi era venuto in mente che bisognava proprio scrivere un post dedicato a tutti i possibili "eredi" della musica di Jens Lekman.
C'era chi faceva un uso dei campionamenti à la Black Cab, chi si presentava sul palco solo ukulele e storie tipo A Man Walks Into A Bar, chi riprendeva lo stesso malinconico sense of humour.... Poi, ovvio, mia pigrizia e poco tempo, il draft si perse tra gli altri.
In queste ultime settimane randagie, però, ho avuto a farmi compagnia in cuffia un ragazzino che, se non avessi letto nulla in giro, avrei scommesso fosse svedese. Trae in inganno anche un titolo geniale e citato da tutti come Lost Swedish Penpals ("For our three-page relationship, well, we both had our weaknesses: mine was broken promises, yours was broken English").
Lui si chiama Julian Nation, non è nemmeno ventenne e proviene da Melbourne, Australia. Dichiara di aver cominciato a comporre a sedici anni, tornando da un concerto dei Lucksmiths, e nelle recensioni questo è il nome che ricorre più spesso, assieme a quello dei Belle & Sebastian e, appunto, di Lekman.
Ma tutto qui resta sospeso nella leggerezza di un lo-fi da cameretta ("Julian's bedroom and the St.Marcs community centre in Fitzroy"), con gli immancabili campanellini, e canzoni che non superano quasi mai i due minuti, mentre l'album We Are All Writers non arriva ai diciannove.
Dio mio, che titolo. Gesti sfacciati che ci si può permettere solo a quell'età, suppongo.
Come una sciarpa portata sopra la maglietta, come una bicicletta inforcata anche se sta per cominciare a piovere, Julian Nation ha la grazia della primavera che comincia, e quando fa la voce profonda e canta la fine di ogni romanticismo fa venire quei sorrisi da occhi lucidi.
>>> mp3:
- Press Gang Kids
- No, You're Not
- 1992
- Lost Swedish Penpals
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