Real Mess
Quattro chiacchiere con gli Hot Gossip

 Hot Gossip - 'Angles' Ho l'impressione che se gli Hot Gossip potessero disporre dell'abbondanza di mezzi, supporto e fanatismo di cui godono gli Yeah Yeah Yeahs (visti ieri sera al Rolling Stone abbastanza migliorati dopo la deludente comparsa bolognese di due anni fa), qualunque rivista musicale e/o di moda del pianeta si dimenticherebbe di Karen O nel tempo in cui lei si toglie lo scialle di strass, e dedicherebbe agli Hot Gossip titoli che cominciano in copertina e vanno avanti per quattro pagine.
Certo, avere casa a Manhattan è un bel vantaggio se si parla di rock'n'roll. Purtroppo, però, ogni discorso riguardante gli Hot Gossip sembra portarsi sempre dietro qualche dissimulata forma di vaga remora per la loro provenienza geografica. Ma mi chiedo quanti, ascoltando canzoni che sconquassano come Stab City, Real Mess o Do It, perderebbe tempo a ricordare che i tre sono italiani e non si butterebbe invece a ballare ovunque si trova come se non ci fosse domani.

Gli Hot Gossip hanno da poco pubblicato per Ghost Records il loro album d'esordio intitolato Angles, e questa sera saranno in concerto all'Hana-bi di Marina di Ravenna supportati dai "nostri" scardinatissimi Staff. Il sottoscritto avrà l'onore di mettere dischi all'aperitivo e prima dei live. Dopo due set del genere credo che francamente resterà di me ben poco, ma se c'è tempo si prosegue con le danze.

(Alle pecorelle smarrite che si lamentano del tempo e staranno a casa per il freddo, ricordo una delle migliori serate dell'estate scorsa, quando all'Hana-bi gli Art Brut suonarono sotto la tettoia davanti alla spiaggia per i sopravvissuti di un temporale di proporzioni bibliche, e fu un evento memorabile.)


Hot Gossip - "La Mort"



Sono davvero convinto che quest'anno dalle nostre parti usciranno ben pochi dischi rock tanto poderosi e divertenti quanto quello degli Hot Gossip, e perciò (dopo aver già importunato telefonicamente il batterista Luca Fontaneto qui) mi è sembrato opportuno rivolgere qualche domanda al cantante e chitarrista Giulio Calvino, per lasciarlo presentare a lui.

- Descrivendo il vostro album "Angles" tutti parlano di post punk e garage. Se qualcuno per scherzo lo definisse "dance", visto che è impossibile ascoltarlo e restare fermi, voi come la prendereste?
- Ovviamente non è quello il background da cui proveniamo e che ha ispirato il disco, però è anche vero che le persone hanno iniziato a prendere piu confidenza con il suono punk, mentre prima erano rassicurate solo dai beat quadrati della house. I tempi cambiano, immagino.

- Il titolo "Angles" è un'arguzia per prevenire chi avrebbe liquidato la vostra musica come "spigolosa"?
- Sicuramente c'era quello, e c'era anche che ci piaceva il gioco di parole "angeli / angoli". Molti confondono il titolo e la cosa ci fa piacere: creare quella confusione tra due parole così piene di significato, e che io penso rappresentino il disco.

- Gli Hot Gossip esistono da meno di due anni ma dimostrano già una maturità e uno stile che molte band (e non solo italiane) dovrebbero invidiare. Quanto conta (se conta) l'esperienza accumulata nelle band di rispettiva provenienza (ovvero Candies e Fog In The Shell)?
- Non lo so, per noi è stata una gran botta. Ci siamo trovati in una saletta prove durante un'estate, abbiamo alzato gli amplificatori a manetta e sono venuti fuori i pezzi che compongono il nostro primo EP uscito per Eatenbysquirrels. Era una cosa molto casalinga, ma molto ruvida e potente. Per noi è stato un incontro dinamitardo.

- Da quando avete fatto partire il calendario dei concerti non vi siete praticamente mai fermati, e avete appena portato la vostra musica anche in Gran Bretagna. Quanto è importante per voi stare in giro a suonare e come cambia la vostra musica?
- Per noi fare musica è suonare, e tanto, in posti anche molto lontani. È l'energia che spinge tutto, senza di quello noi non esisteremo. Hot Gossip senza concerti sono come la Sacher senza panna, la piadina senza nutella, la Bella Helen senza il Gianduia, la zuppa di frutta senza la frutta, Romina senza Albano, la Maugeri senza gli occhi da cerbiatta (questa la capiamo in tre).

- Siete di solito abbastanza restii a citare influenze e riferimenti musicali: almeno potete dire cosa state ascoltando sul tour-bus? E che libri vi siete portati dietro?
- A me non piace leggere. A volte nemmeno ascoltare. Nel tour bus ascoltiamo davvero di tutto, proprio perchè ci stiamo un bel po' di tempo, e quindi servono tanti generi. Prediligo la roba tranquilla, bluegrass, swing (Django Reinhardt), jazz fino all'hard bop (soprattutto se non c'è traffico e sono rilassato), oppure roba più dura, Blood Brothers, Locust. Ma tutto dipende dal mood generale dalla giornata e dalle ore di viaggio sulle spalle. Spesso lo stereo rimane spento.

- Non avete un sito web vero e proprio ma un'affollatissima pagina su myspace. Conta di più, per voi, questo tipo di promozione, ovvero l'ormai risaputo "word of mouth", oppure la possibilità di contattare direttamente centinaia di vostre fan?
- Sicuramente myspace è un fenomeno sociale che in futuro verrà rianalizzato per capire davvero cosa sia successo in questo periodo. Di certo il social networking non è mai stato così potente e così insito nei costumi di persone così diverse tra loro ma infondo così uguali. Per i gruppi e molte altre entità "artistiche" o di "intrattenimento" (da locali e festival a fotografi e artisti) è diventato un modo ancora più democratico di interagire con i propri ascoltatori.
È il classico esempio di suonare su un palco alto quasi 2 metri sulla folla e distante 8: in quella situazione è impossibile percepire le persone. Suonare senza palco con le prime file a 20 cm da te è tutta un'altra emozione. E noi preferiamo stare a 20cm e sudare con chi ci ascolta piuttosto che su un palco enorme coi ventilatori. È questione di sensazioni, e per noi non sono importanti, sono fondamentali.

- Nel booklet del cd i testi sono stampati tutte sovrapposti: è un modo per dire che nelle vostre canzoni le parole contano di più?
No, ci piaceva l'idea di prendere delle parti di testo selezionate e sbatterle lì. Ho pensato che fosse un po' troppo "autocelebrativo". A dire il vero, non mi è mai piaciuta l'idea di scrivere i testi per intero. In questo modo però abbiamo fatto in modo che i ritornelli fossero comunque scritti per dare l'opportunità all'ascoltatore di capire il senso generale del pezzo.

- E per concludere, il classico "cosa cantate sotto la doccia?" (non vale rispondere "non facciamo la doccia").
Mah, in effetti noi usiamo solo Jacuzzi, e io generalmente canto i Guns'n'Roses.

- Grazie, ci si vede sotto al palco a sciabolarsi.
- Sì, esattamente. Ci saranno grossi problemi di ordine pubblico, come al solito.

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