It's been a bad day
With your voice in my ear
Dev'essere stagione. Di ragazze dalle voci suadenti, delle loro canzoni che adornano giudiziose stanze acustiche con l'elettronica ritrovata in soffitta, e di parole come se fossero scritte su vetri appannati un giorno di pioggia.
Nelle settimane passate, prima le Au Revoire Simone e poi Tender Forever erano state capaci di farmi compagnia e al tempo stesso di lasciarmi addosso questa perenne sensazione da fine del pomeriggio in casa da solo.
E ora sulla stessa scia, tra bottiglie vuote e calze a righe, ecco qui le Ian Fays, quattro fanciulle californiane provenienti dalla rurale contea di Humboldt.
Immancabili tastiere Casio rotte, la chitarra imparata all'oratorio e la carezza delle parole come sussurrate all'orecchio.
Sono proprio le voci gentili delle gemelle Sara e Lizz Schoelen, fondatrici della band, la prima cosa che colpisce di queste canzoni, tanto esili quanto timidamente intense sotto le loro drum machine giocattolo. Un abbraccio del tutto lo-fi e spontaneo. E torna alla memoria quando dentro un abbraccio stava ogni cosa e bastava. In fondo queste ragazze non avrebbero ancora l'età legale per bere.
Tra le proprie influenze musicali, le giovani Ian Fays non mancano di elencare Azure Ray e Mirah, ma 16 Weeks rimanda anche a Sinead O'Connor, e la prima nota di Peppermint Schnapps sembra una citazione dalla Annie di Heartbeat.
Dopo qualche demo autoprodotto (tra i titoli The Ryan Blackmore Project e Benny the Apple Cider Drunk) le Ian Fays hanno registrato il loro primo album, The Damon Lessons, che all'inizio di aprile sarà ristampato in Italia dalla Homesleep.
La stagione nuova comincia con un abbraccio.
Mp3: The Disco Song
Mp3: All The Phones Are Broken In This House, Sir
With your voice in my ear
Dev'essere stagione. Di ragazze dalle voci suadenti, delle loro canzoni che adornano giudiziose stanze acustiche con l'elettronica ritrovata in soffitta, e di parole come se fossero scritte su vetri appannati un giorno di pioggia.
Nelle settimane passate, prima le Au Revoire Simone e poi Tender Forever erano state capaci di farmi compagnia e al tempo stesso di lasciarmi addosso questa perenne sensazione da fine del pomeriggio in casa da solo.
E ora sulla stessa scia, tra bottiglie vuote e calze a righe, ecco qui le Ian Fays, quattro fanciulle californiane provenienti dalla rurale contea di Humboldt.
Immancabili tastiere Casio rotte, la chitarra imparata all'oratorio e la carezza delle parole come sussurrate all'orecchio.
Sono proprio le voci gentili delle gemelle Sara e Lizz Schoelen, fondatrici della band, la prima cosa che colpisce di queste canzoni, tanto esili quanto timidamente intense sotto le loro drum machine giocattolo. Un abbraccio del tutto lo-fi e spontaneo. E torna alla memoria quando dentro un abbraccio stava ogni cosa e bastava. In fondo queste ragazze non avrebbero ancora l'età legale per bere.
Tra le proprie influenze musicali, le giovani Ian Fays non mancano di elencare Azure Ray e Mirah, ma 16 Weeks rimanda anche a Sinead O'Connor, e la prima nota di Peppermint Schnapps sembra una citazione dalla Annie di Heartbeat.
Dopo qualche demo autoprodotto (tra i titoli The Ryan Blackmore Project e Benny the Apple Cider Drunk) le Ian Fays hanno registrato il loro primo album, The Damon Lessons, che all'inizio di aprile sarà ristampato in Italia dalla Homesleep.
La stagione nuova comincia con un abbraccio.
Mp3: The Disco Song
Mp3: All The Phones Are Broken In This House, Sir
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