Musica sotto il ciliegio
Seduti sull'erba all'ombra di un ciliegio, cubetti di ghiaccio nel lambrusco, il caldo rotondo di un pomeriggio di inizio estate e la voce di questa ragazza di San Francisco che accarezza l'aria immobile della campagna modenese.
È stato facile innamorarsi di Nedelle e delle sue canzoni.
E intendo proprio quell'innamoramento che ti spinge all'improvviso verso la bocca di chi ti sta parlando che si interrompe e ti sorride negli occhi. Senza virgole.
Poi in cucina si mangia il melone tutti assieme e restiamo un po' in silenzio.
Cerco parole qualunque e mi dimentico poi di chiederle il titolo della cover di quel pezzo scritto da Smokey Robinson per le Marvelettes.
Si scherza su Le Ton Mité, from Olympia, che prima del concerto aveva messo in piedi una specie di Melevisione in formato indie e le galline erano scappate dall'aia quando noi battevamo le mani.
Si parla di vivere come dentro una bolla tanto a Bologna (Bollogna, you know) quanto a San Francisco (uhm, you know...).
Let's not talk about job.
Sto già dimenticando tutto, ma non il suo viso mentre dico sciocchezze tipo "is it the title of the cd a quotation from the post-punk band The Sounds?". No, non lo è. Ha a che fare con l'Antico Testamento. Ehm... I'm not into indie, e si ride.
Qualcuno vuole andare al festival all'Ekidna, il suo gentile boyfriend Paul ha finito di fumare con gli altri là fuori e il sole sta tramontando. Io decido che è ora di tornare a casa.
Davvero grazie a Tiziano, che avuto la meravigliosa idea di questo concerto pomeridiano nel suo giardino, e alla fine ci ha pure regalato un melone (merchandising dell'anno).
From the lion's mouth è un disco lieve, che incanta come Nedelle. È uscito per Kill Rock Star, e come al solito trovate una bella recensione su Indiepop.it.
Seduti sull'erba all'ombra di un ciliegio, cubetti di ghiaccio nel lambrusco, il caldo rotondo di un pomeriggio di inizio estate e la voce di questa ragazza di San Francisco che accarezza l'aria immobile della campagna modenese.
È stato facile innamorarsi di Nedelle e delle sue canzoni.
E intendo proprio quell'innamoramento che ti spinge all'improvviso verso la bocca di chi ti sta parlando che si interrompe e ti sorride negli occhi. Senza virgole.
Poi in cucina si mangia il melone tutti assieme e restiamo un po' in silenzio.
Cerco parole qualunque e mi dimentico poi di chiederle il titolo della cover di quel pezzo scritto da Smokey Robinson per le Marvelettes.
Si scherza su Le Ton Mité, from Olympia, che prima del concerto aveva messo in piedi una specie di Melevisione in formato indie e le galline erano scappate dall'aia quando noi battevamo le mani.
Si parla di vivere come dentro una bolla tanto a Bologna (Bollogna, you know) quanto a San Francisco (uhm, you know...).
Let's not talk about job.
Sto già dimenticando tutto, ma non il suo viso mentre dico sciocchezze tipo "is it the title of the cd a quotation from the post-punk band The Sounds?". No, non lo è. Ha a che fare con l'Antico Testamento. Ehm... I'm not into indie, e si ride.
Qualcuno vuole andare al festival all'Ekidna, il suo gentile boyfriend Paul ha finito di fumare con gli altri là fuori e il sole sta tramontando. Io decido che è ora di tornare a casa.
Davvero grazie a Tiziano, che avuto la meravigliosa idea di questo concerto pomeridiano nel suo giardino, e alla fine ci ha pure regalato un melone (merchandising dell'anno).
From the lion's mouth è un disco lieve, che incanta come Nedelle. È uscito per Kill Rock Star, e come al solito trovate una bella recensione su Indiepop.it.
Commenti
grazie tante