Cosa voleva dire "indie"?

«Nonostante tutti ci si lamenti che l'Italia vive un momento particolarmente duro, in cui la pericolosità delle scelte di questo governo può mettere in grave discussione le libertà e la democraticità della società in cui viviamo, e che forse erano meglio i democritiani e la prima repubblica, e che in televisione oltre a non esserci un cazzo da vedere si vedono solo fascisti che si autoriabilitano e più forti che un tempo, e nonostante che tutti si sia d'accordo: domenica e lunedì prossimo sono un'occasione abbastanza importante per dare un segnale al paese prima ancora che al governo... nessuno della beneamata comunità musicale di degna di spendere una riga sulle elezioni.

Ora, capisco che l'anomalia democratica italiana, ovvero Berlusconi, sia riuscita a far passare quasi inosservate le prossime elezioni, e capisco pure che il tema elettorale non sia così chic come l'ultimo disco uscito che fa figo o un nuovo sistema di file sharing o podcasting o metteteci qualsiasi stronzata accessoria che per 364 giorni all'anno è ok, ma per un giorno si potrebbe parlare pure di altro.

Comprendo pure che l'appeal dell'opposizione/centrosinistra/unione/Prodi (tanto per capirci, anche se non è solo di questo che si tratta) sia veramente poco e non faccia breccia tra cuori protetti da un nutrito strato di spillette o iPod o link a siti vari. E capisco anche che parlare di musica e musicisti politicizzati, a meno che non si tratti de "il movimento", sia di scarso valore...

Però, e lo dico con molto dispiacere, andatevene a fare in culo.

La vita a volte richiederebbe anche una presa precisa di posizione in ambiti che non siano il semplice diletto. La vita richiede che ci si debba turare il naso per "risolvere" problemi di maggiore entità. La vita a volte richiede un impegno anche minimo per le cose che riguardano tutti... e nel riguardare tutti in parte toccano anche il piccolissimo e dorato e fantastico mondo dell'indie rock...

Ma forse il problema sta lì... nell'indie, che significa "indipendente" ma che poi può anche essere inteso come indipendente del resto delle cose della vita.
Però mi ricordo che un tempo su alcuni dischi bellissmi di "indie" rock o di certi illuminati compariva una scritta del tipo silence = death

Tornando all'origine del mio sfogo, ovvero sul silenzio di una scena morta e autoreferenziale (non parlo di autoreferenzialità legata alle persone, ma ai temi), è un gran peccato.

Ma della serie: tu che cazzo fai?
Io faccio localmente (act locally think globally... non ci ho mai creduto in verità), e in questo caso faccio un appello al voto su questa mailing list: non si tratta di votare il meno peggio. Si tratta di cambiare il corso politico di un paese. E non è vero che tanto fanno tutti schifo: credo ve ne siate accorti tutti, negli ultimi anni, che al peggio non c'è mai fine.

Domenica andate a votare, fate andare a votare quante più persone possibile per i candidati del centrosinistra che si oppongono a candidati di espressione berlusconiana e cdl. Poi da martedì prossimo si riprende con i dischi e gli ascolti e i siti web fighi...»

Jukka Reverberi
sulla mailing list dei Giardini Di Mirò

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