Emmablogga
m-blog dalla Svezia
Ultimamente vi vedo molto presi da quei "blog che hanno in regalo gli mp3" (in particolar modo quelli americani e canadesi da cui rubavo i link fino all'altro giorno).
Questo post, alla maniera di un m-blog, è dedicato alle belle scoperte che abbiamo fatto in terra di Svezia, precisamente al Festival di Emmaboda, e che vi propineremo tutto l'anno alla radio. Scaricate e ascoltate!
- Il primo nome è quello degli Shout Out Louds, che magari a qualcuno non dirà nulla, però potrei anche consigliarvi di tenerlo a mente. Provengono da Stoccolma ma hanno suonato e suoneranno anche in Inghilterra e a New York (CBGB tra gli altri), che non è poco per un gruppo formatosi meno di tre anni fa.
Spesso vengono definiti una versione indiepop degli Strokes, ma con Casablancas e soci mi pare abbiano in comune (vagamente) solo un certo modo trasandato e sciupone di usare la voce, la capacità di infilare pezzi tirati ed epici uno dietro l'altro e di creare un marasma inverosimile durante i concerti.
La tasteriesta è davvero carina, parla benissimo italiano e sembrava entusiasta dei cartelli stradali "caduta massi".
One hundred degrees è un anthem assoluto, ma gli Shout Out Louds sanno essere anche più cattivi di così.
- Se siete già capitati su queste pagine o tra quelle dei nostri link preferiti, ormai dovreste conoscere bene Jens Lekman. Vederlo in concerto, appena calata la sera sul bosco di Emmaboda, mentre intorno i giovanissimi indie kids biondi e incoscienti alzavano le braccia alla luna, cantando tutte le meravigliose parole delle sue canzoni è stato uno dei momenti più belli dell'estate, nonché l'ultimo ricordo che ho di quella notte. La tastierista bionda rivelava particolari preoccupanti.
"Sono finito in galera, e ho usato la mia unica telefonta per dedicarti una canzone alla radio": You Are The Light.
- I Suburban Kids With Biblical Names hanno appena pubblicato un ep su Labrador con quattro pezzi e dal vivo ci hanno ricordato tantissimo i Lucksmiths.
Love will è una bella traccia del loro lato più spensierato.
- Sulla stessa etichetta, si segnalano anche gli [ingenting], che cantano in svedese. Io me li aspettavo tutti diversi. Soprattutto, avendo già sentito una traccia come la divertente Syster Dyster, credevo fossero molto più twee, invece in alcuni momenti parevano i Coldpaly. E si sparano un po' la posa.
- Gli Happy Go Lucky invece non hanno alcuna pretesa di sembrare carini ma suonano un pop tenue e molto gradevole, con delle belle armonie vocali. Il loro ep ha dei tratti quasi folk ma la nostra traccia preferita è Goin' Out, che parte identica a 1995 dei Radio Dept. e racconta che "stiamo uscendo per andare al concerto / dei Moldy Peaches e dei Sebadoh"...
- A proposito dei nostri cari Radio Dept.: il loro set svedese è stato abbastanza da dimenticare, nonostante la tipa con la maglietta "I dont' need love, I've got my band" e nonostante Fabio li incitasse con i suoi migliori C'MON!.
I ragazzi continuano ad avere problemi tecnici impensabili per una band sotto contratto alla XL. Quando vedi uno del pubblico che ti porge il suo cd-walkman capisci che qualcosa non va.
Per chi non si capacitasse di di tanto seguito, e non sapesse di cosa stiamo parlando: Why won't you talk about it?, Where damage isn't already done e Against the tide.
- Mi sono completamente sconosciuti invece i giovanissimi Second Hand Furniture (che io sbadato confondevo con i Royal Downfall, ma sapevo che vi sareste accorti subito dell'errore), però hanno fatto un concerto che ha messo di buonumore tutti. Loro sono belli e timidi e twee, con le due voci del ragazzo e della ragazza che facevano a gara per cantare sempre più piano.
Qui trovate un po' di loro pezzi per sorridere di felicità.
- I CDOASS non suonavano a Emmaboda quest'anno ma Lucio sostiene che io avrei parlato a lungo con Peter a proposito dei Pet Shop Boys. Non ho ben presente, come dire.
Effettivamente il giorno dopo ho trovato attaccato alla maglia una loro spilletta.
Fabio De Luca su Rumore di quest'estate li definisce la risposta svedese ai Rapture. Speak To Me martella.
- Ovviamente i Vacaciones non sono svedesi ma hanno fatto uno dei concerti mas divertenti del festival. Nella balotta esagerata che ne è scaturita (come si vede anche dalle loro foto) mi è capitato pure di essere intervistato al posto del loro bassista, e poi siamo riusciti a far ballare persino l'Uomo dell'Anno.
Spulciando nella pagina della loro discografia trovate un sacco di mp3 i quali, essendo pubblicati dalla Elefant, sono tutti molto molto carini.
- Sul versante decisamente più punk rock, i Royal Downfall hanno fatto un set abbastanza incazzoso che ho visto solo in parte e che era più in linea con i suoni che mediamente si ascoltano ai festival indie dalle nostre parti.
Ascoltate Reactionary Hum e se vi piace scaricate il loro intero album intitolato 8-16 qui.
- Tutti ci aspettavamo molto dalle Lesbo Pig, le quali infatti non hanno tradito le promesse. Il loro live molto raccolto ha raggiunto l'apice con la cover di Smashing Times dei Television Personalities, accolta con un caloroso applauso lanciato da me e seguito unicamente da altre due punk sciabolate stese in mezzo al prato.
Niente mp3 per loro, ma del resto come scrivono sul loro divertente sito a proposito del loro album, "you can download it from soulseek if you like".
- Gli Stella Rocket li abbiamo seguiti sin dal sound check, ma solo perché ci siamo innamorati della batterista e della violinsta/chitarrista.
Pop divertente e melodico il loro, con una voce femminile potente quanto basta e bei cori che rimangono in testa anche mentre vi dirigete al banchetto del merchandising. Il primo singolo Animals / Lip lo potete scaricare qui.
- Gli Shoot Charlie sono davvero giovanissimi, hanno anche loro una tastierista bionda e quando il loro cantante ha realizzato che eravamo venuti dall'Italia per ascoltarli è quasi crollato addosso alla ragazza che cercava di portarselo in tenda.
Non gli abbiamo fatto perdere altro tempo e l'abbiamo salutato con addosso la loro maglietta "Revolution Against Depression".
Ballate con Boaster, anche se sul sette pollici mi sembra ci sia un altro titolo.
- Oggi non si apre il sito degli High Heeled Honeys. Peccato, avrei voluto vedere se c'era traccia delle loro canzoni ruvide e potenti tutte chitarra e batteria.
- Il look da Tennista Anni Settanta è quello dei 50 Hertz, una banda di matti che suonano dello sconclusionatissimo techno folk fatto con strumenti elettronici molto molto vintage, giocattoli presi a caso e qualche fiato. Sono una decina e cantano tutti, entrando e uscendo dal palco. E' toccato a loro aprire il festival e già da lì si capiva a quale livello di follia saremmo arrivati.
Trovate quasi tutta la loro produzione in questa pagina (mi pare però manchi la canzone dove canta la ragazza sfoggiando una voce degna di Mark Lanegan).
Un loro amico mi ha detto di rubare il cd e mi ha coperto le spalle.
m-blog dalla Svezia
Ultimamente vi vedo molto presi da quei "blog che hanno in regalo gli mp3" (in particolar modo quelli americani e canadesi da cui rubavo i link fino all'altro giorno).
Questo post, alla maniera di un m-blog, è dedicato alle belle scoperte che abbiamo fatto in terra di Svezia, precisamente al Festival di Emmaboda, e che vi propineremo tutto l'anno alla radio. Scaricate e ascoltate!
- Il primo nome è quello degli Shout Out Louds, che magari a qualcuno non dirà nulla, però potrei anche consigliarvi di tenerlo a mente. Provengono da Stoccolma ma hanno suonato e suoneranno anche in Inghilterra e a New York (CBGB tra gli altri), che non è poco per un gruppo formatosi meno di tre anni fa.
Spesso vengono definiti una versione indiepop degli Strokes, ma con Casablancas e soci mi pare abbiano in comune (vagamente) solo un certo modo trasandato e sciupone di usare la voce, la capacità di infilare pezzi tirati ed epici uno dietro l'altro e di creare un marasma inverosimile durante i concerti.
La tasteriesta è davvero carina, parla benissimo italiano e sembrava entusiasta dei cartelli stradali "caduta massi".
One hundred degrees è un anthem assoluto, ma gli Shout Out Louds sanno essere anche più cattivi di così.
- Se siete già capitati su queste pagine o tra quelle dei nostri link preferiti, ormai dovreste conoscere bene Jens Lekman. Vederlo in concerto, appena calata la sera sul bosco di Emmaboda, mentre intorno i giovanissimi indie kids biondi e incoscienti alzavano le braccia alla luna, cantando tutte le meravigliose parole delle sue canzoni è stato uno dei momenti più belli dell'estate, nonché l'ultimo ricordo che ho di quella notte. La tastierista bionda rivelava particolari preoccupanti.
"Sono finito in galera, e ho usato la mia unica telefonta per dedicarti una canzone alla radio": You Are The Light.
- I Suburban Kids With Biblical Names hanno appena pubblicato un ep su Labrador con quattro pezzi e dal vivo ci hanno ricordato tantissimo i Lucksmiths.
Love will è una bella traccia del loro lato più spensierato.
- Sulla stessa etichetta, si segnalano anche gli [ingenting], che cantano in svedese. Io me li aspettavo tutti diversi. Soprattutto, avendo già sentito una traccia come la divertente Syster Dyster, credevo fossero molto più twee, invece in alcuni momenti parevano i Coldpaly. E si sparano un po' la posa.
- Gli Happy Go Lucky invece non hanno alcuna pretesa di sembrare carini ma suonano un pop tenue e molto gradevole, con delle belle armonie vocali. Il loro ep ha dei tratti quasi folk ma la nostra traccia preferita è Goin' Out, che parte identica a 1995 dei Radio Dept. e racconta che "stiamo uscendo per andare al concerto / dei Moldy Peaches e dei Sebadoh"...
- A proposito dei nostri cari Radio Dept.: il loro set svedese è stato abbastanza da dimenticare, nonostante la tipa con la maglietta "I dont' need love, I've got my band" e nonostante Fabio li incitasse con i suoi migliori C'MON!.
I ragazzi continuano ad avere problemi tecnici impensabili per una band sotto contratto alla XL. Quando vedi uno del pubblico che ti porge il suo cd-walkman capisci che qualcosa non va.
Per chi non si capacitasse di di tanto seguito, e non sapesse di cosa stiamo parlando: Why won't you talk about it?, Where damage isn't already done e Against the tide.
- Mi sono completamente sconosciuti invece i giovanissimi Second Hand Furniture (che io sbadato confondevo con i Royal Downfall, ma sapevo che vi sareste accorti subito dell'errore), però hanno fatto un concerto che ha messo di buonumore tutti. Loro sono belli e timidi e twee, con le due voci del ragazzo e della ragazza che facevano a gara per cantare sempre più piano.
Qui trovate un po' di loro pezzi per sorridere di felicità.
- I CDOASS non suonavano a Emmaboda quest'anno ma Lucio sostiene che io avrei parlato a lungo con Peter a proposito dei Pet Shop Boys. Non ho ben presente, come dire.
Effettivamente il giorno dopo ho trovato attaccato alla maglia una loro spilletta.
Fabio De Luca su Rumore di quest'estate li definisce la risposta svedese ai Rapture. Speak To Me martella.
- Ovviamente i Vacaciones non sono svedesi ma hanno fatto uno dei concerti mas divertenti del festival. Nella balotta esagerata che ne è scaturita (come si vede anche dalle loro foto) mi è capitato pure di essere intervistato al posto del loro bassista, e poi siamo riusciti a far ballare persino l'Uomo dell'Anno.
Spulciando nella pagina della loro discografia trovate un sacco di mp3 i quali, essendo pubblicati dalla Elefant, sono tutti molto molto carini.
- Sul versante decisamente più punk rock, i Royal Downfall hanno fatto un set abbastanza incazzoso che ho visto solo in parte e che era più in linea con i suoni che mediamente si ascoltano ai festival indie dalle nostre parti.
Ascoltate Reactionary Hum e se vi piace scaricate il loro intero album intitolato 8-16 qui.
- Tutti ci aspettavamo molto dalle Lesbo Pig, le quali infatti non hanno tradito le promesse. Il loro live molto raccolto ha raggiunto l'apice con la cover di Smashing Times dei Television Personalities, accolta con un caloroso applauso lanciato da me e seguito unicamente da altre due punk sciabolate stese in mezzo al prato.
Niente mp3 per loro, ma del resto come scrivono sul loro divertente sito a proposito del loro album, "you can download it from soulseek if you like".
- Gli Stella Rocket li abbiamo seguiti sin dal sound check, ma solo perché ci siamo innamorati della batterista e della violinsta/chitarrista.
Pop divertente e melodico il loro, con una voce femminile potente quanto basta e bei cori che rimangono in testa anche mentre vi dirigete al banchetto del merchandising. Il primo singolo Animals / Lip lo potete scaricare qui.
- Gli Shoot Charlie sono davvero giovanissimi, hanno anche loro una tastierista bionda e quando il loro cantante ha realizzato che eravamo venuti dall'Italia per ascoltarli è quasi crollato addosso alla ragazza che cercava di portarselo in tenda.
Non gli abbiamo fatto perdere altro tempo e l'abbiamo salutato con addosso la loro maglietta "Revolution Against Depression".
Ballate con Boaster, anche se sul sette pollici mi sembra ci sia un altro titolo.
- Oggi non si apre il sito degli High Heeled Honeys. Peccato, avrei voluto vedere se c'era traccia delle loro canzoni ruvide e potenti tutte chitarra e batteria.
- Il look da Tennista Anni Settanta è quello dei 50 Hertz, una banda di matti che suonano dello sconclusionatissimo techno folk fatto con strumenti elettronici molto molto vintage, giocattoli presi a caso e qualche fiato. Sono una decina e cantano tutti, entrando e uscendo dal palco. E' toccato a loro aprire il festival e già da lì si capiva a quale livello di follia saremmo arrivati.
Trovate quasi tutta la loro produzione in questa pagina (mi pare però manchi la canzone dove canta la ragazza sfoggiando una voce degna di Mark Lanegan).
Un loro amico mi ha detto di rubare il cd e mi ha coperto le spalle.
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