Pardon my freedom - Quando la musica prende il sopravvento
!!! live in Bologna, 9 luglio 2004

L'ultima cosa che ti aspetti a un concerto di una band come i !!! è di cantare convinto le parole di una canzone con le mani verso il palco.
Neanche ci si trovasse davanti a qualche poeta cantautore, o a un gruppo hardcore politicamente impegnato che infila proclami in ogni strofa.

Il fatto è che qualcosa è scattato nel momento in cui i nudi neon bianchi hanno illuminato dal basso quei sette scalmanati in mezzo al quadriportico di Vicolo Bolognetti.
E tu, cominciando a muoverti sulla cassa in quattro incalzante e calda, hai capito presto dove saresti andato a parare. Esattamente lì, al quindicesimo secondo del quarto minuto di quel vecchio singolo che tante volte avevi già sentito al Covo e alla radio. Non avevi mai preso seriamente in considerazione il fatto che quel pezzo avesse un testo, ma ieri sera, davanti a loro, ti è salito al cuore, partito dalle gambe che non si tenevano, in tutta la sua incontenibile evidenza:

«people always ask me "what's so fucking great about dancing?"
how the fuck should I know? Yeah, even I can barely understand it
but when the music takes over, the music takes control»

In tutta la sua fucking shit evidenza, l'abbiamo sentito ieri sera. Chi ha sudato, chi ha urlato, chi ha mosso il culo, chi ha sollevato la polvere di Bolognetti lo sa.

E poi è stato proprio bello vedere Alberto, Arturo e Fabio (gente che era già sulla scena quando questi suoni non erano revival) ballare, sgomitare e saltare in prima fila. E' stato bello avere intorno (quasi) tutte le amiche, gli amici e i favourite links, anche quelli più lontani e quelli più celebri (Lucio ha detto che sembrava una di quelle serate che di solito leggiamo sui blog newyorkesi). E' stato bello sfogliare finalmente Losing Today. E' stato bello avere la conferma che il campanaccio è lo strumento dell'anno.

Così, alla fine, "what's so fucking great about dancing?"
Non lo so, forse avrei dovuto chiederlo ai ragazzi di Sacramento alla festa in Via Delle Moline a cui ho deciso di non andare, lasciando che l'ebrezza per una volta fosse solo quella del basso della batteria della chitarra delle percussioni e dei synth che ancora si scuotevano sotto pelle.
Qualcosa che ha a che fare con una gioia possibile al corpo anche se la testa è appesantita da pensieri, una gioia assoluta, totale, libera. Pardon my freedom.

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