Non rivelando la mia direzione
Ancora non conosco la strada
Quasi non m'importa
Tengo dritta la schiena
Ancora non conosco la strada
Quasi non m'importa
Tengo dritta la schiena
Chissà se Caroline Landahl sta qui cantando di sé e della sua band, i meravigliosi Hater,e se questa strofa, contenuta proprio nella canzone d'apertura del nuovo album, rappresenta in qualche modo anche una rivendicazione di autonomia artistica. Del resto il titolo dell'opera è proprio Sincere, una dichiarazione oppure un ostinato ossimoro, in ogni caso una presa di posizione netta e forte.
E chissà se gli Hater davvero "non conoscono la loro strada". Non si direbbe proprio, a giudicare dalla determinazione con cui queste nove canzoni nuove grondano elettricità (Far From A Mind), si sciolgono tra le ombre (I'm Yours Baby) e poi si cristallizzano di colpo con scrupolosa energia e durezza (Something). Di certo, nei tre anni dall'ultimo doppio e sontuoso Siesta, la "strada" degli Hater ha superato diverse svolte, tra cui il cambio di metà formazione, dopo l'addio di Lukas Thomasson e Adam Agace e l'ingresso di Frederick Rundqvist e Rasmus Andersson dalla band post-punk FEWS.
Forse anche per merito loro, o della collaborazione con John Cornfield (Ride, The Stone Roses...), questo Sincere vede la band di Malmö spostarsi dall'indiepop solenne, dolcemente malinconico e languido, verso suoni più crudi, dai contrasti più accentuati. A tratti sembra che vogliano tornare quelli dell'EP Radius che ce li aveva fatti conoscere e amare anni fa. Ma, al tempo stesso, è come se dicessero che certe euforie giovanili sono irripetibili (Renew, Reject), e la voce angelica della Landahl si incrina e tocca alcuni dei suoi toni più strappati e commoventi di sempre (Bad Luck).
Cadenze shoegaze dense e sferraglianti che anche quando si fanno più cupe e tormentate (la lunga coda errante di Summers Turns To Heartburn) non abbandonano mai un'esplosività emotiva, una franchezza ("dritta la schiena"), uno sguardo diretto e, appunto, sincero che mi lasciano incantato come al primo ascolto.
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