Songs you skipped 25 years ago

 

Ci sono dischi che mettono subito in chiaro di avere un’idea di musica netta e definita, dalla prima all’ultima nota, ed esistono dischi che invece funzionano come piccole carte geografiche, o forse modellini in scala, capaci di riassumere un intero genere musicale. Entrare in Needs Help, il quinto album della band dell’Idaho The Very Most, è come affacciarsi su un vero e proprio "diorama dell’indiepop": c’è un angolo Belle & Sebastian e ci sono atmosfere vintage quasi Sterolab, noti una melodia che ti ricorda il più carezzevole Jens Lekman e poco più in là scintillano arrangiamenti che sembrano presi in prestito dai Camera Obscura, senza dimenticare ovviamente numi tutelari come Beach Boys o Smiths. Ogni elemento arriva a dare il proprio contributo alla scrittura di Jeremy Jensen, oramai un veterano della scena e riconosciuto interprete del più limpido indiepop da una parte all'altra dell'oceano.
Per questa nuova raccolta, con la scusa di avere composto canzoni in una tonalità che non riusciva a raggiungere, Jensen ha deciso di avvalersi di una vasta schiera di collaboratori alle voci, invitando artisti di mezzo mondo, dalla Spagna alla California, dalla Scozia al Canada. Li elenco tutti perché danno l'idea della ricchezza di questo album: Melanie Whittle (The Hermit Crabs), Kristine Capua (Tiny Fireflies), Cristina Quesada, Gerri White (Arts & Leisure), Sally Jati (Starry Eyed Cadet), Gina Gregerson (Dirt Fishermen/Lovey), Sarah Lowenbot (Thee Ahs), Ashley Eriksson (LAKE), Adam e Darcie, e infine Eli Moore (LAKE). Ognuno aggiunge diverse e ulteriori sfumature alle varie tracce della scaletta.
Il filo conduttore dell'album sono le ansie di tutti i giorni e il senso di inadeguatezza che il presente ci spinge a provare. Sentimento che mi sembra ben catturato da due semplici versi di I Live My Boring Dreams: "There's just so much I can't resolve by Googling / So many things with no right answer that I have to get right". Come ha spiegato lo stesso Jensen in una recente intervista, "All the songs were written around the same time and also have a lot to do with my struggles and insecurities as a parent or how we fret about the future". Una consapevolezza che il 2020 ci ha fatto conoscere con una certa veemenza, per usare un eufemismo.
Se, tra molti secoli, gli archeologi si chiedessero cosa fossero quei curiosi fenomeni di nicchia che rispondevano ai nomi di "twee" e "indiepop", e in qualche scavo trovassero come unico reperto questo variopinto Needs Help, potrebbero comunque farsi un'idea abbastanza chiara e completa di che cosa ha rappresentato per molti di noi questa fantastica musica.



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