Il disco di debutto degli Swearin' sembra il classico guilty pleasure per over 35 che tengono ancora un blog con la parola indie nel sottotitolo e insistono a passare le ferie in giro per festival. Chitarre esuberanti e riff spediti che potrebbero trovare un comodo posto in certe lontane cassette tra Breeders (vedi Kenosha), Dinosaur Jr. (Empty Head) e Hole (Hundreds & Thousands). Il nome che ricorre più spesso nelle loro recensioni è Superchunk, prendete le vostre misure. E la cosa curiosa, di cui mi sono reso conto solo dopo un bel po' di ascolti, è quanto le canzoni siano piene di riferimenti all'invecchiare e al gestire il tempo passato. Problemi da ventenni o poco più, ma è come se le canzoni, raccontando le loro storie post-adolescenziali, riflettessero anche sul loro essere indie rock fuori tempo massimo. "I collect the blurry past into my empty head": ritratto perfetto per una (nicchia di) generazione. Eppure tutto suona di una freschezza che mi riempie di entusiasmo. Dodici divertentissime canzoni in ventisette minuti che ti costringono a rimettere da capo praticamente subito. Ho esultato di cuore quando ho letto da David Greenwald che "the Swearin’ album is like the last decade of indie rock never happened in the best possible way".
(mp3) Swearin' - Movie Star
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ciao, e.
grazie, ciao, e.