"This method of journalism"

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Ieri sull'edizione USA di Rolling Stone è uscito un articolo firmato da Corbin Reiff sul prossimo album di Car Seat Headrest, che come sappiamo sarà un "remake" integrale del suo Twin Fantasy, uscito nel 2011. Lo stesso Reiff aveva presentato il pezzo dicendo "I spent a year hanging out in the studio with Car Seat Headrest, watching Will Toledo re-assemble his masterpiece, Twin Fantasy", e anche se nell'articolo non compaiono molti dettagli tecnici o di "vita da studio", il risultato a una prima lettura mi era sembrato ben fatto e interessante.
Questa mattina scopro invece che, in un lungo thread su Twitter (qui sopra uno screenshot da cui ho tagliato le fotografie per brevità), Will Toledo ne ha preso le distanze, accusando il giornalista di avere scritto esattamente ciò che lui aveva chiesto di evitare, e mettendo assieme pezzi presi di altri articoli. L'accusa è netta: "This method of journalism is why I declined every other offer for a feature or blog interview around this album".
Non entro qui nel merito di Twin Fantasy e della sua ispirazione: non credo che la biografia di Will Toledo sia così rilevante per amare o meno questo disco o, più in generale, la sua musica. Lo scambio però mi ha fatto pensare a quante volte, visto che "si tratta soltanto di musica", commettiamo tutti lo stesso errore: arrogarci il diritto di trarre conclusioni sulla vita personale di qualcuno solo perchè ci ha consegnato una più o meno riuscita opera d'arte che assomiglia a qualcosa che chiamiamo "vita personale".
Qui non stiamo parlando di giornalismo d'inchiesta. Questo doveva essere un articolo d'approfondimento intorno a un disco. Si diceva di solito che l'opera d'arte, una volta compiuta, se ne va in giro per il mondo sulle proprie gambe, e l'autore non ha più alcun diritto di reclamarla a sé. Eppure sembra che accada molto spesso l'opposto: non riusciamo a separare l'opera da chi pretendiamo di conoscere come autore. Se a questo aggiungiamo l'accelerazione di un giornalismo musicale dominato dalla necessità del clickbait, e che spesso si piega volentieri al gossip, ci troviamo di fronte al paradosso di un autore brillante, acuto e capace come pochi altri della sua generazione di raccontarci certi tormenti dell'adolescenza, che deve ribadire - per di più sui social newtwork - quanto poco sia importante capire di chi sono quei tormenti. Lo scopo dovrebbe essere riuscire a capire quanto in realtà sono tuoi, ascoltando la sua musica.



Commenti

Anonimo ha detto…
excellent summation