In a feeling like this

IBlouse - Imperium

Parlando del primo disco dei Blouse qui sul blog chiudevo il post proprio domandandomi dove sarebbero andati con la seconda prova. Bene, non avrei mai immaginato un risultato del genere. La band che firma Imperium (ancora su Captured Tracks) sembra non avere quasi nessun comune denominatore con quella che avevamo conosciuto al debutto, se non la voce eterea e suadente di Charlie Hilton, qui - se possibile - ancora più efficace e brillante.
Scomparsi i synth, le drum machine e i Cure come unico Dio. Ora è tutto atmosfere nebbiose, immagini di pellicole sfuocate e riverberi languidi. Il singolo No Shelter dichiara "nothing in nature can make my body warm", e un'ansia gelida pervade tutte le canzoni. Se il primo riferimento ora sembra essere quello dei Velvet Underground insieme a Nico, i Blouse bilanciano la sensualità con un'estetica sofisticata e distaccata che a tratti fa venire in mente dei Broadcast più rock e meno kraut. Desiderio e paradossi: "give me your body, I need a thing to hold”. Un disco che, sia quando spinge di più (Eyeside) sia quando preferisce dissolversi (Capote), rimane coeso e suggestivo. Alla fine, il merito maggiore di Imperium è proprio quello di conquistare una bella sintesi tra shoegaze e psichedelia, ma non dalla parte dei Novanta, anzi: come se la storia della musica andasse a ritroso.

(mp3) Blouse - A Feeling Like This

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