Holograms

Holograms

Quando ho trovato la pagina facebook degli Holograms il primo status che ho letto è stato: "Hey guys we're really sorry but we can't play the show in london today, we fucked up and can't afford the ferry over. We're super sorry to anyone that wanted to see us". Non vuol dire niente, lo so, ma accompagnato dalle note del loro primo singolo ABC City, mentre rimbombavano le note del basso sotto quel grido, "DESOLATION! / ISOLATION!", mi ha davvero colpito. We fucked up. We can't afford. Un suono rabbioso ma non del tutto sfasciato, post punk cupo ma che dentro quel buio ci sa vedere bene. Dalla fredda Svezia forse i ragazzi ne sanno qualcosa, sembrano svegli. Un'immagine di Stoccolma molto lontana da quella patinata e hipster a cui siamo abituati. Chitarre abrasive e un synth che sembrano stare assieme solo con la forza della frustrazione. La circolarità di autodistruzione e aggressività tipica del punk. Il freddo, un paesaggio desolato, la volontà di reagire e la voglia di lasciarsi andare. Sul loro blog non si prendono nemmeno la briga di scrivere. Postano soltanto vecchi video (DAF, Fall, Gun Club...) o foto in un malato bianco e nero. We fucked up. We can't afford. Le poche canzoni che si possono sentire in rete per ora mi fanno pensare che sarà un gruppo di quelli che mi stende. Guarda caso, il loro debutto self-titled (in uscita a luglio) lo pubblicherà la Captured Tracks. Lo anticipa questa formidabile Chasing My Mind:




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