Nothing hurts

Male Bonding
Quando ho visto per la prima volta i Male Bonding su un palco usavano una cornetta del telefono al posto del microfono per rincarare la quantità di casino. Tutto suonava in maniera ben più che rumorosa, direi corrosiva, lacerante. Le chitarre stridevano e le canzoni filavano una più veloce dell'altra. Non ci ho capito nulla (era noise? era lo-fi?), se non che mi facevano malissimo le orecchie e che il locale, a quanto si diceva, era pieno di manager di etichette, membri di band fighe e giornalisti. Non a caso, un annetto più tardi i Male Bonding si accasavano alla Sub Pop.
L'album Nothing Hurts è arrivato ormai da più di tre mesi ma l'ho recuperato in questi giorni. Quasi non li riconoscevo. La band londinese ha messo assieme 13 canzoni in meno di mezz'ora, virando verso un vigoroso indie rock Anni Novanta (formidabile l'uno-due in apertura Year's Not Long / All Things This Way), costruendo canzoni e ritornelli brillanti che, pur restando di materia punk, mostrano notevoli aperture pop (Nothing Remains, featuring Vivian Girls, con cui hanno diviso tour), tingendosi a tratti anche di distensioni shoegaze.
Nothing Hurts è divertente senza essere "facile". Mi sorprende un po' che sia passato tutto sommato sotto silenzio tra i blog di casa nostra, di solito amanti di queste band capaci di recuperare suoni classici aggiungendo la giusta dose di intelligenza ed energia.

>>>(mp3): Male Bonding - Your Contact

ps: Male Bonding saranno in concerto a Bologna, all'Estragon il 9 novembre prossimo, curiosamente di spalla ai Crystal Castles.

Commenti

Anonimo ha detto…
20 euro? NO grazie...
Stephen Frost ha detto…
Ah - mi sarebbe piaciuto vedere che spettacolo avete visto. Non riesco a immaginare la band di Nothing Hurts essere più sperimentale / esplosivo - un buon album senza tempo di diventare noioso.