What else have I to spur me in to love

 fagottismi


Sospesi tra giornate così, sembra davvero impossibile iniziare a raccontare una qualsiasi cosa senza precipitare nella contestualizzazione stagionale, quasi d'obbligo. Perché la primavera ti risucchia, si insinua nei polmoni e si scioglie come un veleno dolce nel sangue. E vorrei scampare a questo ineluttabile destino, almeno per parlare di una voce che nella storia del cantautorato italiano ha incarnato più spesso i primi brividi dell'inverno, con un timbro caldo e un modo di intendere la musica che pur partendo dalla Sicilia è proiettato sempre più verso il nord.
Quando si accenna a Cesare Basile i primi riferimenti sono Catania e subito dopo Berlino. Uno strano ponte che attraversa la penisola e finisce lassù dove probabilmente la primavera non è ancora arrivata. Eppure le canzoni di Basile potrebbero raccontare di tantissimi altri posti, è come se le tante mani accorse ad aggiungere tasselli in queste 12 storie di mancanza e attesa infinita avessero davvero scardinato ogni riferimento spaziale. Eppure -ancora- spazio e tempo si accavallano, e l'atteggiamento folk blues che fa capolino in Storia di Caino, in uscita in questi giorni, paradossalmente sembra di primavera vestito, più solare di quel nerissimo Hellequin Song che lo ha preceduto.
Si parla d'amore, del resto. Senza più tempesta.

Cesare Basile verrà a presentare Storia di Caino domenica 13 marzo, all'Arteria, in Vicolo Broglio 1.


>>>(mp3): Cesare Basile feat. Robert Fischer (Willard Grant Conspiracy), What Else Have I to Spur Me in to Love

Commenti

Invisibile ha detto…
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Anonimo ha detto…
Cesare Basile è bravissimo . Ha un modo di scrivere veramente unico.