Please Kill Me

 Gillian McCain, Legs McNeil - 'Please kill me' Negli ultimi mesi dell'anno ho sentito molto parlare del bel saggio di Simon Reynolds Post-punk 1978-1984 (ISBN Edizioni). Non mi è sembrato che altrettanta attenzione sia stata riservata a Please Kill Me, di Legs McNeil e Gillian McCain, pubblicato in Italia da Baldini Castoldi Dalai prima dell'estate. È un peccato, perché i due libri sono del tutto complementari, e l'analisi di Reynolds prende le mosse proprio là dove la narrazione di Please Kill Me giunge a un epilogo, quanto meno di significati, se non ancora di fatti e vicende. Ovvero dallo scioglimento dei Sex Pistols, avvenuto dopo il concerto di San Francisco del 14 gennaio 1978.
McNeil e la McCain compiono una scelta diversa da Reynolds, decidendo di avvalersi della storia orale e lavorando con un montaggio incalzante, creando l'effetto di un avvincente documentario in presa diretta, dove i punti di vista sui singoli episodi sono moltiplicati.
La coppia, tra i fondatori della fanzine Punk! nel 1975, parte da centinaia di ore di interviste raccolte tra musicisti, fotografi, discogafici, gestori di locali, amanti, groupies e chiunque abbia avuto un ruolo nella scena undeground di quegli anni. Punto di partenza cronologico e artistico: i Velvet Underground, qui decisamente smitizzati.
Tanto Reynolds approfondisce l'analisi estetica del post-punk, ragionando con perspicacia sulle forme, quanto la lettura di Please Kill Me lascia commossi ed euforici, agitati di desideri.
Please Kill Me e Post-punk insieme fanno la bellezza di 1345 pagine. Sarà che in queste giornate di vacanza potevo abbandonarmi interamente alla lettura, ma avrei voluto ce ne fossero molte di più.

 Richard Lloyd
(Richard Lloyd sul palco con la celebre t-shirt "Please Kill Me")

Commenti

Anonimo ha detto…
Please Kill Me è un libro straordinario e sui generis. Una storia orale del punk americano genuina ed esilarante. Uno dei migliori libri mai letti... da pisciarsi addosso dalle risate... PKM è piaciuto talmente tanto a Wu Ming 1 che ne ha ricalcato la struttura e l'impostazione per scrivere "New Thing", bel romanzo ambientato nella scena free jazz. Molto interessante a riguardo l'articolo di WM1 sulla presunta bianchitudine del punk pubblicato su uno degli ultimi numeri del Mucchio Extra e che si trova anche online sul sito dei WM e (credo) anche su Carmilla.
Dev'essere piaciuto parecchio anche a Marc Spitz e a Brendan Mullen, autori di "We Got The Nutron Bomb", che hanno realizzato il corrispettivo West Coast di Please Kill Me. Neutron Bomb si occupa infatti della scena punk di L.A. (Circle Jerks, X, Germs, ecc.) allo stesso modo, pare, di quanto fatto da McNeil con Detroit/New York. Non l'ho ancora letto ma lo sto aspettando, l'ho ordinato...
Detto questo, sto attualmente leggendo Post-Punk di Reynolds e credo che anch'esso, al pari di Please Kill Me, sia un vero e proprio capolavoro complementare a questo.
P.S. Per chi non ha ancora letto Please Kill Me e sa un po' di inglese consiglio assolutamente di comprare l'edizione originale. Fidatevi, mai come in questo caso è consigliata la lettura in lingua, per quanto impegnativa, proprio perché trattasi di storia orale. Ciao,
Alarico
20nd ha detto…
Toh... questo libro mi pare di conoscerlo.... :P