Sorridi, sei sul Foglio

Emmebi segnala un articolo di Stefano Pistolini sul Foglio di oggi.
Nell'articolo tre dischi americani importanti (REM, Brian Wilson e Tom Waits) usciti di recente vengono messi in relazione con le imminenti elezioni presidenziali.

Mi sta bene il tentativo di collegare cultura pop e sentire politico, il cercare di intravedere uno zeitgeist in quelle cose semplici e dal funzionamento misterioso che sono le canzoni e i dischi.
Però le stronzate che ha scritto Stefano Pistolini a proposito di Smile mi fanno venire voglia di alzarmi compostamente dalla scrivania, prendere la sedia e sbatterla a ripetizione contro il muro.

"I tre cd, neppure fossero parte di un progetto coordinato d'addolcimento dello scazzo elettorale, si posano ciascuno su uno spigolo di questo triangolo USA di fine 2004, raccontandolo a modo proprio".
Non conosco il disco dei REM e quello di Waits, e non posso parlare per quelli, ma dopo aver letto l'articolo sono sicuro che Pistolini non ha ascoltato Smile per più di cinque minuti, e lo ha fatto tenendo un occhio al comunicato stampa e l'altro al televisore.

"Il suono da attribuire alla campagna elettorale di George W. viene infatti dal più spudorato repertorio del postmoderno e si chiama Smile".
Qui di spudorato ci sono solo insulsaggini imbarazzanti come queste.
Sono discorsi avvilenti, tanto nei confronti del disco (un'opera concepita nel 1967, un progetto che va oltre il contesto storico nel quale vede ufficialmente la luce), quanto nei confronti di chi legge, al quale si offre un'immagine ridotta e riduttiva (ma di forte presa e quindi "utile") di qualcosa di complesso e che meriterebbe ben altre forme di comprensione.

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