Franca, non ti sei persa niente
Yeah Yeah Yeahs in concerto - Bologna, 26 aprile 2004

Yeah Yeah YeahsCredimi, hai risparmiato venti euro. Se c'è stato qualcosa che per me ha funzionato ieri sera all'Estragon, è stato solo negli intervalli, negli spiragli, ma anche questi erano poca cosa.
L'aspetto migliore, se così si può dire, mi è sembrata la "preparazione" all'evento, il come siamo stati cucinati a dovere (anche se alla fine mi è mancato il sale).

Per primo sul palco è comparso un giovane uomo di Baltimora, ricoperto solo da uno scialle e dai suoi lunghi capelli. Se ho inteso bene, il suo nome è Entrance. La sua chitarra e la sua voce hanno inseguito disperatamente il blues, hanno ottenuto di assordarci fastidiosamente e il risultato assomigliava allo spettacolo di un busker piuttosto nostalgico.
Aspettaspetta, dicevano tutti, adesso finisce. Ma intanto quelli dietro spingevano.

Poi si sono palesati i Locust: ed è partita la bolgia. Un vortice di ta-ta-ta-ta-ta-uhaaaaa-ta-ta-ta-ta-ta iperaccelerato e indistinto che lasciava allibiti per la precisione matematica applicata con violenza quasi grottesca. Erano mascherati come supereroi, o come i cattivi dei fumetti, e dopo un sorriso congelato ci hanno lasciati frastornati, ansimanti, parecchio in ansia.
Sicuramente è stato merito del caloroso pubblico, sempre cortese nell'offrire un crowd surfing qui o uno stage diving di là, appena tamponato dai buttafuori. E quando un armadio pelato a torso nudo si sta per tuffare sopra di te (i polaroidi erano in seconda fila) l'ansia un po' ti rimane anche quando finisce la musica.
Intanto ragazzine aggrappate intorno, imbestialite per non essere più vicine, poi si tiravano premurosamente indietro dalla mischia roteante al centro della sala, e mi dispiace per chi ho pestato.

Dopo i Locust, durante un cambio palco accurato come un intervento chirurgico (ma il cui esito, si scoprirà poi, purtroppo è negativo), è risuonato **per intero** l'ultimo album dei TV On The Radio (che con gli Yeah Yeah Yeahs hanno più di una parentela, dato che David Andrew Sitek ha prodotto Fever to tell).
Anche se su queste pagine forse non se ne è parlato a dovere, Desperate Youth, Bloodthirsty Babes dei TV On The Radio è stato uno dei dischi che più avevamo ascoltato all'inizio dell'anno, soprattutto col buio.

Sentito di nuovo ieri sera, nello stanzone infuocato e affollato dell'Estragon, con le orecchie ancora pulsanti per la devastazione dei Locust, risaltavano ancora di più i suoi cori angosciati, eterei e cupi al tempo stesso. Un disco oscuro ma che non si "trascina" mai, e che riesce, in definitiva, a creare un senso di sospensione irrisolta, nervosa.
Un disco che ha magnificamente contribuito a generare ulteriore "attesa", ingrediente fondamentale per una band come gli Yeah Yeah Yeahs che ha in repertorio un live di neanche 40 minuti compreso il bis. E durante l'attesa la gente spinge.

Poi, finalmente, eccolo fuori il trio di New York. Qualcosa di me (un me più sottile, più contuso e più sudato) ha provato ad alzare le braccia per applaudire: non era il caso. Il pubblico dietro cercava l'onda giusta per sbalzare sul palco, magari tra le lunghe gambe di Karen O inguainate in calze a rete d'oro e polvere.

D'altro che c'era? Canzoni che su disco filano taglienti e che ieri sera (forse colpa dell'impianto?) sembravano spesso arrancare, impastate. Una voce intesa solo a tratti, tra un fischio e l'altro del microfono, ma che in un paio di momenti ha graffiato divertita. Una front woman che dava forse un po' troppo per scontato di essere figa e adorata qualunque cazzata facesse.
Ad esempio, almeno una volta le fontanelle le faceva spruzzando birra (o così raccontavano) e non con le mezze di minerale di cui era disseminato il palco. E quando non simulava prolungati oral con il microfono (meglio allora Uma Thurman e la lampadina nel secondo Kill Bill no?) due passi avanti e due passi indietro, alè, fai vedere il culetto e questo è il ballo.

Una serata faticosa, a tratti antipatica, che addirittura ha fatto esclamare a uno dei punti di riferimento musicale di questo blog "ma perché poi io torno sempre ai concerti? i concerti non mi piacciono quasi mai"... il che palesemente è una frottola, ancora più grave perché detta da sobrio.
Il momento più divertente per il sottoscritto? Smazzare fogliettini del concerto dei Radio Dept. di sabato prossimo al Covo davanti all'uscita dell'Estragon ed essere allontanato da un buttafuori.
Franca, non hai perso niente. Piuttosto, non mancare sabato (e porta delle amiche!).

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