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Lali Puna live in Cesenatico, 26 luglio 2003

Lali Puna live in Cesenatico, 26 luglio 2003 - photo by Gecco

Ma sì Inkiostro, che Left handed è un bel pezzo: certe battute si fanno ai concerti quando ancora non si è smaltito bene il vino della cena, quando si è in mezzo a tutti i comprensivi sorrisi degli amici, quando nell'attimo tra una canzone e l'altra bisogna rispondere a una battuta con istantanea ed equivalente arguzia (quella di cui si è capaci), e tutto si gioca sulla quantità di consapevolezza che ognuno riesce a mettere in mostra.
Insomma, chiacchiere da bar, per di più non troppo sobrie.

Certo, mi pare evidente che in questa Left handed l'infuenza dell'ultima musica prodotta da Markus Acher nei progetti extra Lali Puna sia maggiore rispetto ai lavori precedenti della band di Valerie Trebeljar (anzi: farei notare che finora si poteva parlare di un percorso inverso).
D'altra parte è inutile stare tanto a pontificare avendo a disposizione un'unica canzone nuova (e dal vivo non ho proprio capito se hanno suonato qualcosa di inedito).

Sulle aspettative circa lo spettacolo, invece, io sono stato perfettamente soddisfatto. Rispetto ai tanti set in cui si resta in piedi a guardare il coperchio di un iBook e ci si chiede se il tizio dietro stia nel frattempo controllando l'email, i Lali Puna hanno messo in piedi un vero e proprio concerto, abbastanza sincero, tirato nei momenti giusti, con gli sguardi tra i musicisti, i cenni sugli scazzi e le pause azzeccate (hai presente quel crescendo di saturazione degno dei Chemical Brothers? non era da pelle d'oca?).
E noi lì seduti per terra come per i cantautori di una volta, e il vento dal mare alle nostre spalle, potevamo solo annuire a tempo e socchiudere gli occhi in mezzo alla folla, abbracciandoci le ginocchia, che quei due tre che ballavano a lato secondo me a un certo punto erano davvero fuori luogo.

La cara Valerie ti è sembrata freddina e "accessoria"? Avrei detto solo timida. Del resto non è davvero una rocker, e non è tenuta a stare sul palco come PJ Harvey.
Dietro quelle tastiere troppo grandi sussurrava, è vero, ma a me piaceva.
Io ho sempre quest'impressione ascoltando i dischi della Morr Music, di gente che non canta realmente, ma canticchia seduta al computer come potrebbe capitare anche a te o me, spostando con il mouse cursori sullo schermo.
E le canzoni che poi restano sono una specie di log casuali mentre il flusso della musica scorre. Potrebbe essere più o meno pop, più o meno accessibile, ma resta una possibilità in mezzo a un'infinità di altre. Il momento catturato dai Lali Puna sabato sera, tra i milioni di pixel possibili, ha avuto per me tutti i colori giusti.

(thanx Gecco per le foto)

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