Musica per black out

Young Marble Giants - 'Colossal Youth'Alle tredici e quarantasette Bologna non era deserta, era scarnificata. Incontrai pochissime persone, a gruppi di due o tre, lungo tutta Via Santo Stefano. Si dirigevano verso i Giardini Margherita, da dove sarebbe partita la Street Parade. Avevano le maniche delle magliette nere tagliate, bermuda neri larghi e bassi, berretti da baseball e catene sottili intorno al collo. Sembravano muoversi senza produrre suono, annichiliti anche loro dal caldo, mentre i cani al loro fianco trotterellavano piano con la lingua a penzoloni.
Nessun altro in giro. Vetrine chiuse. Credo di non aver visto passare nemmeno un autobus. Potevo sentire la ruota della mia bicicletta appiccicarsi alla strada sciolta e staccarsi lenta contro ogni pedalata.
Nessun altro in giro, soltanto il sole a picco e l'alito cattivo della città che mi soffiava contro salendo dall'asfalto, come se avessi spalancato la porta di una stanza dove mancava l'aria da molto tempo. Legno marcio, materassi, ruggine, spazzatura e sudore. La città era un magazzino abbandonato sotto il sole, e nessuno l'avrebbe messo mai più in ordine.

Mentre mi trascinavo a fatica mi era tornata in mente quella parola: scarnificata. L'avevo sentita pronunciare la sera prima a proposito di Colossal Youth, e pensai che in quel momento Bologna era proprio scarnificata come una canzone degli Young Marble Giants.
Tutti dicono che la musica degli YMG è oscura e notturna, ma io trovo che sia formidabilmente appropriata anche a questa nuova stagione di siccità, tanto il suo obiettivo sembra essere quello di spolpare ogni struttura.
Gli spazi vuoti tra i pochi strumenti (chitara e basso dai toni new wave, singhiozzi di batteria elettronica e accordi di organi smaccatamente infantili) sono un paesaggio senza ombre, calore che avviluppa e umidità che soffoca.
Mentre la voce di Alison Statton (che solo un difetto della vista può far apparire fragile, dolce e sottile) sovrasta ogni cosa come un sole dal quale non si può sfuggire. Non c'è un filo di emozione nelle sue corde vocali, nemmeno quando canta i versi più dolorosi.
Le canzoni degli Young Marble Giant seccano la gola di una sete angosciosa, prossima al panico. Non pioverà nemmeno questa notte. Black out in pieno giorno.

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