La prima impressione è quella di un locale raccolto ed assolutamente cool, che farebbe la sua figura anche in altre metropoli più avvezze a serate del genere. Tra dettagli lounge e gusto minimale, l'atmosfera era comunque calda. Come se ci si trovasse ad ascoltare un po' della musica che ci piace al bar sotto casa (beh, ok: solo più elegante).
Quegli infaticabili ricercatori del bello che sono i redattori di Polaroid non potevano mancare alla tappa romagnola del tour Morr Music. Al Clandestino di Faenza c'era quindi il sottoscritto, accompagnato per l'occasione dall'inviato di Glamorama Fabio Merighi.

Thomas MorrErano anni che non assistevo ad un concerto comodamente seduto, forse dai tempi di Conte o Guccini. Magari meno comodi stavano quelli accasciati sui puff in similmucca, ma tanto eravamo a un metro dal piccolo palco e bastava leggere le facce appassionate per capire che andava bene così.
Poche decine di persone distribuite sui due piani aperti del locale, una buona metà al bancone a bere e a scambiare qualche chiacchiera (in un paio di occasioni anche troppe, per la verità): per la squadra di musicisti tedeschi dev'essere stata una serata ben differente da quella milanese di sabato (di cui riferisce anche Vanessa).

La "scena" di Faenza ha accolto un po' distratta il breve dj set introduttivo di Mr. Morr in persona, ma ad essere sinceri mi è sembrato che il buon Thomas non si sbattesse più di tanto per attirare l'attenzione, proponendo impalpabili vinili, battute lente e blip piuttosto onirici sotto melodie mooolto dilatate. L'ideale per fare un primo giro di bevande insomma.

Tutt'altro genere hanno saputo offrire i Ms. John Soda, ovvero Stefanie Böhm (proveniente dai Couch) e Micha Acher (Notwist, Tied and Tickled Trio), accompagnati dal vivo da batteria, tastiere e percussioni. Un set davvero bello e misurato, dove i momenti più morbidi e autunnali del disco si sono meravigliosamente combinati con quelli più tirati.
Misco è stata oggetto di una lunga suite con la voce della Böhm scavalcata e confusa di continuo da campionamenti quasi identici, Unsleeping si è rivelata per quello che è: un eccellente inedito di Notwist; infine un inaspettato bis decisamente rock con i due bassi a rincorrersi tra i sorrisi soddisfatti del batterista (toccherà chiedere al pilota di casa Morr delucidazioni).
Peccato non abbiano suonato (o forse eravamo distratti da un secondo giro di brindisi?) Elusive, la traccia che conclude l'album, a mio avviso la migliore.

La nostra serata è proseguita all´immancabile banchetto del merchandising, discettando sulle magliette più o meno unhip, mentre Herrmann and Kleine riproponevano il loro set visto pochi mesi fa al Covo. A questo punto noi anziani del loggione ci siamo avviati verso casa, che avevamo strada da fare, e ovviamente è stato un po' un peccato, perché pare che Manual si sia esibito davanti a pochi fedelissimi.

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