Dopo la meravigliosa puntata di ieri sera, la mattina nella redazione di Polaroid era cominciata con una notizia che definire spiacevole è forse un po’ esagerato, e che non avrebbe riguardato davvero nessuno, se non chi ogni tanto si prende la briga di mettere insieme questa paginetta (a proposito, eccovi qui accanto la nuova colonna dei link, manca qualcosa?).
Insomma, Shinystat (il contatore in basso a sinistra) ci diceva che non potrà più offrire gratuitamente alcuni servizi, ma che se volevamo potevamo avere a pagamento una versione superiore, con lo sconto, ecc.
E pazienza, una piccola seccatura, soltanto ci sarà da perdere un’ora a cercare qualcos’altro.

Poi apro il giornale e leggo che, dopo aver già ristretto Repubblica.it (prima con una registrazione, poi con un abbonamento: 11,90 euro al mese a partire da febbraio), Kataweb “ridurrà anche i servizi free”.
D’accordo, a pagamento saranno soltanto i servizi definiti “ad alto valore”, e l’apprezzabile obiettivo è pur sempre “chiudere il terzo bilancio annuale con un netto miglioramento dei conti”.
Poi però ti accorgi di come questo bilancio è stato ottenuto: un «pilastro nel riassetto dell'azienda non poteva che essere la riduzione del personale del portale: il 2001 si è chiuso con quasi il 50% in meno rispetto all'inizio dell'anno. "Non ci sono stati licenziamenti - assicura il direttore generale - solo la chiusura dei contratti a termine e alcune incentivazioni"».

Un po’ come succede da queste parti, insomma: si tiene in piedi un ufficio vuoto, e quando entri la mattina senti solo il ronzio del router (o come cavolo si chiama quella cosa con tutte quelle lucine sopra). Si cerca di cacciare la zavorra per tenere ancora la quota.
Contratti a termine, collaborazioni coordinate, prestazioni occasionali: fuori, fuori, fuori.

E così arrivo alla notizia dello sciopero di Virgilio (a proposito: qualcuno sa spiegarmi perché mai La Stampa e Repubblica - e preferisco non andare a cercarne altri - hanno lo stesso articolo? Non un comunicato ricopiato, proprio un articolo identico, battutine e commenti compresi. Miracoli dell’outsourcing?).
I lavoratori di Virgilio sono scesi in piazza, dicono tutti. Che bello, il primo sciopero dell’era Internet. Così colorato, così pittoresco.
E poi mica sono nogglobbal, questi qui sono tutti laureati, vengono dal Nord Est, fanno i coretti ironici a Tronchetti Provera, hanno un sito, sono bravi ragazzi. Cosa c’è che non va?
C’è che «l'azienda ha dichiarato, nel corso dell'ultimo incontro con i sindacati, di voler ricorrere alla mobilità a partire dalla fine di questo mese. Per i dipendenti sarebbe veramente un duro colpo: si troverebbero in mezzo alla strada senza un soldo. Coloro i quali dovessero essere iscritti alle liste di mobilità, non potranno beneficiare dell'ammortizzatore sociale erogato dall'INPS e per il quale sono stati versati i relativi contributi da parte dell'azienda. Tutto questo solo e soltanto perchè stiamo parlando di un'azienda della Net Economy, al momento non riconosciuta e regolamentata dalle istituzioni preposte».

Hanno pagato l’INPS e questa non li riconosce come settore. Non fa una piega. La situazione che ha portato a questo punto critico è analizzata molto bene in questo articolo su MyTech (sul sito dei dipendenti di Virgilio c’è una rassegna stampa completa), ma quello che mi è piaciuto più di tutti è stato Franco Carlini, oggi sulla pagina di Milano del Corriere della Sera:

«Sono i licenziamenti di Matrix l'unica strada possibile? C'è da dubitarne per due motivi.
Il primo è che, pur essendosi sgonfiata la bolla speculativa, di Internet non si può più fare a meno: è in mezzo a noi per restarci e avrà molta strada da fare per far fronte alla domanda, magari rallentata ma inevitabile. Se Telecom sta andando benissimo con la fornitura a larga banda via Adsl, quei suoi abbonati certo saranno interessati a servizi e contenuti che valorizzino le centomila mensili di spesa. E magari le pagheranno pure in più. Quello che oggi Matrix smobilita potrebbe doverlo cercare fuori già dopodomani; e certi servizi, per essere seri, devono essere gestiti in proprio. In altre parole: nessun piano industriale di Telecom sarà credibile né apprezzato dagli azionisti se non ci saranno idee e risorse per una solida presenza nell'Internet fissa e mobile. Matrix dunque serve, e occorrerebbe riorganizzarla oggi per farla addirittura crescere domani.
Il secondo motivo è che, pur non volendo gestire in proprio un business ereditato per il quale non ci si sente attrezzati, sarebbe saggio non disperdere le competenze (gli entusiasmi di quei giovani arancioni, forse se ne sono già andati, ed è comunque un danno). Non c'è solo la mobilità tra i meccanismi di ristrutturazione, ci sono le vendite ai dipendenti, la partecipazione al capitale di una Matrix 2 autogestita, le commesse garantite per un tempo ragionevole. Non è ancora troppo tardi, si spera, per delle innovazioni imprenditoriali, perché sennò, per licenziare in tronco un lavoratore su tre, non c'è bisogno di master né di laurea. Basta un computer che spedisca le e-mail di congedo».

E quello che pensavo alla fine della colazione e di queste letture incrociate, è come al solito una contraddizione: insomma, da una parte io voglio il counter gratis su Polaroid, dall’altra mi sento solidale con quei ragazzi di Virgilio che hanno dei contratti tanto solidi quanto il foglio di carta sul quale sono scritti (e tanto quanto il mio qui).
Come se ne esce? (temo sia una questione politica).
Forse dovrei imparare a costruirmi un counter da solo…

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